Storie dell’altro ieri – 1992/La genesi

Anno 1992. Anno bisestile, per la precisione.

L’Italia è governata da un quadripartito. Democristiani, socialisti, socialdemocratici e liberali. A presiedere il consesso per la settima volta nella storia repubblicana, Giulio Andreotti.

Presiede la Repubblica Francesco Cossiga.

Il Milan di Berlusconi è campione d’inverno. Io ho 17 anni e frequento la quarta superiore. Tutti si lamentano che c’è la crisi, e non sanno neppure cos’é. Per il momento.

Vincenzo Consolo con Nottetempo, casa per casa vince il Premio Strega, mentre Alberto Bevilacqua vince il Bancarella con I sensi incantati.

Il bestseller dell’anno è Il mondo di Sofia, di Jostein Gardner (uscito l’anno prima, ma noi dovevamo attendere la traduzione). Henning Mankell, invece, dà alle stampe la prima delle avventure di Kurt Wallander. Non lo sappiamo ancora ma impareremo ad amare la Scania.

L’album più venduto è Carboni di Luca Carboni. Al secondo posto le Greatest Hits II dei Queen. Freddy Mercury ci ha lasciati qualche mese prima, nel novembre del 1991.

A giugno andranno in scena in Svezia i campionati Europei. L’Italia, da vera pippa, manco si è qualificata. Il mancato accesso alla fase finale è costato il posto ad Azeglio Vicini, il c.t. delle notti magiche di Italia ’90. Al suo posto, con gli occhi più spiritati che mai, Arrigo Sacchi.

Insomma, il 1992 ha tutte le carte in regola per essere un anno come tutti gli altri.

E invece. E invece vatti a fidare degli anni bisestili.

E’ il 17 febbraio 1992. A Milano, ragionevolmente, fa freddo, e, eccezion fatta per i milanesi, la maggior parte degli Italiani ignorano cosa sia la Baggina, e pure il Pio Albergo Trivulzio.

La lacuna verrà ben presto colmata.

E’ il 17 febbraio 1992, si diceva. Un oscuro ingegnere milanese, iscritto al PSI, tale Mario Chiesa, viene arrestato mentre accetta una tangente di sette milioni di lire da Luca Magni, imprenditore, proprietario di una piccola impresa di pulizie, che versa la somma per assicurarsi l’appalto delle pulizie del Pio Albergo Trivulzio, la Baggina come la chiamano i milanesi, la Casa di Riposo per anziani di Milano, simbolo della generosità de Milan, al pari delle Stelline e dei Martinitt.

In realtà la presidenza del Pio Albergo Trivulzio significa potere, tanto potere. E Mario Chiesa, che ne è il presidente, al potere è avvezzo. Assessore del Comune di Milano con Carlo Tognoli sindaco, si piazza in assessorati chiave. Lavori pubblici prima ed edilizia scolastica poi. Quando a Palazzo Marino sale il cognatissimo, Paolo Pillitteri, si installa al Pio Albergo Trivulzio con la ferma intenzione di restarci.

L’arresto fa scalpore. Non tanto per la cifra, 7 milioni di lire. Quanto per il fatto in sé.

Bettino Craxi liquida la faccenda con l’usuale arroganza. Definisce senza meno Chiesa ‘un mariuolo’, ‘una scheggia impazzita’ di un partito altrimenti integro.

Chiesa presumibilmente si risente, nel chiuso della sua celletta a San Vittore, ma è uomo di mondo ed è disposto a farsene una ragione, soprattutto per una degna contropartita. Invece, ancora non lo sa, ma ha già commesso il suo errore più grave.

Che, passi lasciare la moglie. Ma micrare sugli alimenti, è prassi sconsigliabile. Amorale, anche. Ma sconsigliabile, principalmente. Soprattutto se la moglie, ormai ex, ha buona memoria e discreta conoscenza dei fatti tuoi.

Ed è così, grazie alla signora Laura Sala, che gli inquirenti giunsero ai conti svizzeri ‘Levissima’ e ‘Fiuggi’ ma soprattutto al fiume non già d’acque minerali, ma di fondi illeciti, che scorrevano nelle fogne di quella che credeva d’essere la capitale morale d’Italia.

Chiesa, che come si diceva è uomo di mondo, capisce rapidamente che tutto è perduto, soprattutto l’onore, ed inizia a parlare. Parlerà, ininterrottamente, per una settimana.

Il 2 aprile gli verranno concessi gli arresti domiciliari. Sta per cominciare il biennio più lungo della Repubblica. E un anno banale si trasfigurerà per sempre.

… Continua

28 pensieri su “Storie dell’altro ieri – 1992/La genesi

  1. Sto vedendo cos’è accaduto nelle MIE storie dell’altro ieri, cioè di quell’anno all’inizio del quale anch’io, come te, avevo diciassette anni…
    Si parla del 2007. Non penso ci sia bisogno di dire altro.

    (Ottimo lavoro. Come sempre)

  2. Dalla fiction sono delusissima, ho visto solo la prima puntata e non mi è piaciuta. Trovo Accorsi un pessimo attore, tra l’altro, e mi sembrano tutti delle macchiette. La tua ricostruzione sarà sicuramente migliore…aspetto le prossime puntate!

  3. anch’io senza sky, aspetto che passino la fiction sulla tv pubblica (per allora avrò un sacco di tempo libero tra bowling e sala bingo) e intanto mi godo la tua. “Il mondo di Sofia” lo lessi due anni dopo, nel passaggio dalle medie al ginnasio e mi piacque moltissimo.

  4. Ero in prima superiore, comprai subito la traduzione Longanesi de Il mondo di Sofia e l’album Carboni ce l’avevo (registrato, ovviamente) in cassetta.
    Non ho Sky, ma potrei avere qualche testimonianza di prima mano rispetto a Tangentopoli (e non solo), visto che mio padre a quelle gare di appalto ci partecipava, e, giocando pulito, restava regolarmente fuori…

    • Io, di Carboni ho scolpita nella memoria Silvia lo sai…
      Di quella Mare, mare, pur famosissima all’epoca ho meno ricordi, cominciavo già a salpare verso altri lidi. Carboni resterà a mio avviso sempre un po’ incompiuto. Tra quelli che stan sospesi

  5. Nel 1992 io avevo 29 anni,e vi prego di risparmiarmi il bingo…ho un ricordo ancora vivo di quella stagione in cui tutto cambiò ma le immagini più significative per me sono Forlani con la saliva appiccicata ai lati della bocca e Craxi,il re indiscusso,colpito dalle monetine

    • Oltre alla sala bingo stiamo allestendo anche una panchina da cui mirare ai piccioni. No, sai nel caso la sala bingo non ti piaccia offriamo pure alternative. Su quei giorno, quelli che citi tu, ci sarà un post dedicato

  6. Dopo giorni che sentivo parlare di 1992 ovunque un mio amico mi si è presentato a casa con due dico due USB. Da ieri sera continuo a cantare “rosso è un amore che non posso”. Me n’ero scordata, di certo peggio del 92.

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