2010

Il 2009 è stato, senza dubbio alcuno, l’anno più felice di tutta la mia vita. Mi sia reso merito del fatto che me ne rendevo conto perfino mentre lo stavo vivendo. Tra me e la nana era stato amore a prima vista. E ricordo con leggerezza quei mesi con lei, a pensare solo a noi. Io, che la vita l’avevo sempre attraversata di corsa.

Il 2010, invece, è stato un anno sospeso. Un anno che avrebbe preluso a quel vero e proprio annus horribilis che fu il 2011. Ma che già recava chiari i segni della malattia di mio padre. Segni che tutti volemmo equivocare. Noi per amore. Lui per autodifesa. Alcuni medici per oggettiva malasorte. Altri per oggettiva incapacità. Ma tant’è, il sapere che non sarebbe cambiato nulla, rende il poi più semplice da gestire. Più che altro, più scevro di rimorsi e risentimenti.

il 27 gennaio, Apple presenta l’Ipad per la prima volta. E’ la rivoluzione della tecnologia. Puoi portari molta parte della tua vita in un palmo di mano. La tua storia, il tuo lavoro, il divertimento, la connettività. E’ l’ultima intuizione di Steve Jobs, che morirà un anno dopo, non senza aver lasciato segni indelebili nella vita di tutti noi. E la mela morsa sarà sempre un simbolo per la mia generazione.

il 12 febbraio, a Vancouver, Canada, si aprono i XXI Giochi invernali. Io ho ancora negli e nel cuore Torino 2006. E, tutto sommato, mi accorgo che gli eroi sportivi della mia giovinezza non sono stati sostituiti da personaggi che mi affascinino altrettanto. Un fatto d’età, probabilmente.

Il 10 aprile, a Smolensk, in Russia, precipita un aereo polacco. A bordo, il Presidente della Repubblica, Kaczynsky, la moglie, tutti i capi di stato maggiore, un certo numero di rappresentanti di primo piano di governo ed opposizione. Il volo è diretto a Katyn, per commemorare l’eccidio consumatosi nel 1943. Non sopravvive nessuno. Per molti presuntuosi politici occidentali, è la dimostrazione che una democrazia, seppur giovane, riesce a mantenersi salda e ad andare avanti senza scossoni nonostante i suoi vertici vengano decpaitati.

Il 17 maggio, in Portogallo, il Presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva, dopo aver inizialmente annunciato che si sarebbe avvalso del diritto di veto, promulga la legge che consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso, approvata dal Parlamento portoghese l’8 gennaio del 2010. Dimostrando così che il senso del ruolo e della democrazia, può anche prevalere sulle opinioni personali, per quanto radicate.

Da noi, continuano ad imperare le Binetti e i Giovanardi, e le ragioni che spingono all’espatrio divengono sempre più preponderanti rispetto a quelle che inducono a rimanere.

L’11 giugno, fischio d’inizio per i Mondiali di Calcio. Si gioca in Sudafrica, e per il continente africano è una prima volta. Siamo i campioni del mondo uscenti, e usciamo ingloriosamente al primo turno. Giocando malissimo, contro avversari largamente alla nostra portata (per dire, onestamente, più di questa volta). Non fa troppo caldo, non fa troppo freddo e nemmeno troppo tiepido. Siamo scarsi. In una maniera imbarazzante.

E’ un mondiale pallosissimo, che guardo con la nana in braccio e un po’ distrattamente. Tifo Spagna per amicizia e perchè, sia detto, giocano bene assai. Il resto, Olanda a parte, è noia. E poi, questa cosa di Sky, mi sta un po’ qui. Ero abituata ai vecchi palinsesti, imbottiti di partite. Invece sembra un po’ la Coppa del Nonno.

Tra i ricordi più nitidi del mondiale sudafricano, le malefiche vuvuzelas, delle malefiche specie di trombette, distribuite in ogni dove che, nella sciagurata mente dell’organizzazione dovevano servire a far colore, e invece producevano uno sfiancante rumore di fondo che appestava le telecronache, già tristerrime di per sé. Si apra qui, tra l’altro, una richiesta a Rai, Sky e quant’altro. Potreste sin d’ora cominciare il casting per un telecronista decente e un commentatore tecnico decoroso in previsione dei Mondiali 2018? La popolazione ne sarebbe grata e riconoscente.

In finale la spunta la Spagna, ai supplementari, contro l’Olanda. Segna Iniesta.

il 10 agosto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara conclusa la pandemia influenzale H1N1 (quella suina), che provocò il delirio nei mesi invernali (senza, per fortuna, produrre le decimazioni paventate).

Io aqvevo preso la faccenda con classe, eleganza e, quel che più conta equilibrio. pertanto, a gennaio, ad un certo punto, complice l’ormone post-partum, avevo sclerato di brutto, minacciando di barricarmi in casa insieme alla nana (senza che nessuno entrasse o uscisse, ovviamente) fino al termine della pandemia. L’Uomo (e il resto dei congiunti) mi guardavano con un’espressione del tipo, TSO prima o dopo cena. Per dire come stavo messa.

Ad agosto, porto la nana in vacanza per la prima volta. Fidandomi dei consigli dei più vado in montagna. Ora. Io detesto la montagna. L’Uomo, molto occupato mi sbologna in ridente località montana con bambina unenne, senza che io conosca nessuno, in un monolocale (affittato da me, per giustizia), dove se aprivi il letto, poi, ci camminavi sopra. Mi salvano dalla depressione: la brevità della vacanza (10 giorni, di cui 3 con Uomo annesso), il tempo, decoroso; il mio amore per la nana; il mio innato equilibrio e la presenza di connessione internet. Diversamente sarei scesa a piedi. La nana gradisce anche lei la location. Talmente tanto, che il giorno stesso del rientro alla base, mentre sto chiacchierando con l’uomo in cucina la vedo entrare camminando da sola.

Il 5 settembre, l’ETA annuncia il cessate il fuoco. E’ la fine di un’epoca e di un incubo. Oltre che, di un rischio concreto. Chiunque viaggiasse abitualmente in Spagna era avvezzo scegliere gli hotel lontani da caserme, palazzi comunali e stazioni ferroviarie. Perchè, sia chiaro, quando una bomba scoppia, non gliene frega niente che tu sia lì per caso.

Il 3 ottobre, la Germania finisce di pagare i debiti di guerra sanciti nei trattati di Versailles. Del 1919. Per ricordarci, ogni giorno, di quanto sia stupida e miope l’Europa. Simbolico il fatto che l’estinzione del debito coincida con il ventesimo anniversario della riunificazione tedesca.

Il 28 novembre, il sito Wikileaks rilascia circa 250.000 documenti tra il segreto e il segretissimo del Dipartimento di Stato USA. Scoppia un casino di notevoli proporzioni. Il co-fondatore e caporedattore, Julian Assange, diventa la bandiera della trasparenza.

Il 2010 finisce, portando con sè sempre più chiari i segni di quel che, già a partire da gennaio sarà il 2011. Un anno che ho rimosso e archiviato in qualche recesso della mente. Un anno che, avesse dovuto far parte della serie Mondiali, avrei saltato a pié pari.

2006

Ho 32 anni, tre anni prima mi sono sposata, e sono complessivamente felice. Io e l’uomo ci dedichiamo principalmente alle due cose che ci riescono meglio.

Lavorare, disgiuntamente, e viaggiare, insieme. Di quei giorni ricordo il senso di leggerezza, il senso di va tutto bene, anche ciò che va male. Oggi, la sensazione è che tutto vada così così anche quando va bene. Passerà, diceva la canzone, o anche no. Io e l’uomo continuiamo a vogare nella stessa direzione e ridiamo ancora. Forse meno, però meglio.

A gennaio, a Milano, si svolgono le primarie del PD per il candidato sindaco da opporre al candidato PDL Letizia Moratti. Vincerà l’ex prefetoo Bruno Ferrante, davanti a Dario Fo. La curiosità è che uno dei candidati è la cognata di Letizia Moratti, Milly. A turbare non è lo scontro fratricida, che, dai tempi di Caino e Abele, si è abituati a ben altro. Quel che lascia interdetti, è che la sig.ra Milly è un’ecologista militante. Che per carità, è lodevole. Se suo marito non fosse un petroliere. Uno prende atto che il senso del ridicolo diventa merce sempre più rara.

Il 10 febbraio, a Torino, si aprono i Giochi Olimpici invernali, e la città bogianen per definizione si trasforma. E’ un happening continuo. I torinesi, che amano le novità come un iceberg il caldo, diventano cortesi e propositivi. Il mondo si stupisce. Io e l’uomo, al palaghiaccio assistiamo alla finalina dell’hockey su ghiaccio maschile. Mai visto nessuno menarsi così.

Nei primi tre mesi dell’anno, scoppia l’emergenza sull’influenza aviaria. Fa complessivamente meno morti di quella tradizionale, ma i mezzi d’informazione cavalcano l’ondata di panico. il risultato sono migliai di inermi polli mandati a morte (senza nemmeno trasformarli in alimento). A partire da quell’anno, il tormentone pandemia diventerà un classico dell’inverno, insieme al freddo troppo freddo, alla neve troppo neve, alle stagioni che non son più le stesse. Col timore che la volta che ci sarà davvero da preoccuparsi, tutti ce ne strabatteremo, con rischi incalcolabili.

Il 9-10 aprile in Italia si svolgono le elezioni politiche. L’unione, guidata da romano Prodi è accreditata dai sondaggi di un ampio successo, alla fine, invece, sarà pareggio. Da più parti si urla ai brogli, nella miglior tradizione italica. Io sono barricata in un seggio elettorale e posso assicurare che in tanti non ho mai fatto, né visto alcuna irregolarità.

Comunque. alla fine, ce la fa l’Unione, per un pugno di voti, dando vita ad un governo che avrà la verve di un topo morto e la stabilità di un equilibrista (scarso)

Il 10 maggio il senatore a vita, Giorgio Napolitano, diventa l’11° presidente di questa sgangherata Repubblica. Verrà rieletto nel 2013. Per la prima volta ad un Presidente viene affidato un secondo mandato. Ha 90 anni. E per il piglio con cui gestisce la res publica, viene soprannominato Re Giorgio I. Ai posteri l’ardua sentenza. Terrei però presente che una miglior classe politica avrebbe di molto ridotto l’intraprendenza dell’uomo, che non è un gigante, ma è circondato da lillipuziani

il 9 giugno iniziano in Germania i Modiali di calcio. Noi siamo, al più, accreditati per lavare i pavimenti. Arriviamo da uno scandalo senza precedenti a base di partite truccate, giocatori col vizietto della scommessa, e amenità assortite. Insomma siamo noi, proprio noi, nello spolvero delle migliori occasioni. Il c.t. è Marcello Lippi, ex tecnico della Juventus. Uno che secondo me ha tutte le caratteristiche per stare antipatico anche a sua moglie, ma, rispetto a Sacchi, altro notorio simpaticone, almeno non sembra spiritato. Che l’importante nella vita è accontentarsi.

Al primo turno ce la giochiamo con Ghana, repubblica Ceca e Stati Uniti. Siamo primi nel girone, senza lode né infamia. Ma purtuttavia, rispetto ad altre occasioni, senza rubare nulla.

Agli ottavi troviamo l’Australia, convinti di timbrare un onesto cartellino. Invece Materazzi si fa espellere e noi vinciamo con un gol di Totti su rigore, in pieno recupero al 93′. Una partita di una bruttezza straniante.

Ai quarti ce la giochiamo con l’Ucraina. partiamo bene. Subito in vantaggio. Finirà 3-0. Una faccenda senza patemi.

In semifinale, incombe il destino. L’ennesimo Italia-Germania. Io sono tappata in casa col condizionatore a palla e un inutilissimo uomo al fianco, che mentre sbraito come un ultrà della curva sud continua pacioso a fare l’enigmistica. Lo prenderei a martellate. Per dire. La partita è tesa, equilibrata. Le forze in campo si equivalgono. Si arriva al 90′ in parità. La stanchezza si fa sentire e la Germania che ha nelle gambe, anche, i supplementari con l’Argentina, comincia a sbandare.

Poi al alla fine del 1° tempo supplementare, Grosso fa una di quelle azioni che valgono una carriera e un urlo spezza l’afa della sera. Un minuto dopo Del Piero raddoppia. L’Italia è meritatamente in finale, mentre i padroni di casa si avviano verso la finale di consolazione. Si ripete la storia di 16 anni prima, al San Paolo di Napoli, e un cerchio, forse, si chiude. Con la consapevolezza di essere arrivati in fondo, noi, con maggior merito, rispetto a quell’Argentina e a quella partita.

In finale è Italia Francia. Ci sono di mezzo una finale dell’europeo, persa dall’Italia con un golden gol ai supplementari, e un antagonismo atavico.

La Francia, forse, è più forte, l’Italia, probabilmente, più equilibrata e Lippi ha capito come ottenere il massimo dai suoi. Noi, siamo vestiti di tutto punto e in una calura africana con un’afa che appena appena nello stadio di Manaus, ci stiamo trascinando a un matrimonio. Gli sposi, temendo probabilmente una defezione di massa, si sono organizzati per l’evento con televisori in ogni dove.

La partità inizia con gli antipasti. E qualcuno al 7′ rischia la congestione. Materazzi stende Zidane in area ed è gol per i francesi. Al 19′ di nuovo protagonista Materazzi. Lui, il difensore con due piedi che paion due tombini fatti alla Breda, insacca di testa alle spalle di Barthez. Un urlo squarcia il ristorante. un povero inerme gagno scoppia in lacrime. Nessuno lo consola. Manco la madre impegnata a saltellare su un tacco 12.

Dall’1-1 non ci schioderemo più. Ma il vero evento è al 5′ del secondo tempo supplementare. Materazzi, sempre lui, dice qualcosa a Zidane, dopo uno scontro, manco troppo sanguinoso. Il francese che stava allontanandosi, ruota sui tacchi e si dirige verso Materazzi, smollandogli una capocciata in pieno petto che lo fa cadere come un birillo (e non stava facendo finta). Il francese nello sconcerto generale è espulso. La domanda che tutti si fanno: ‘che gli avrà mai detto?’ Non lo sapremo mai. non davvero, dico. A mio parere, comunque, qualcosa di vero. Una capocciata del genere si rifila solo per qualcosa di serio e veritiero.

Si va ai rigori. E a tutti i convenuti vengono i vermi. Ti ticordi Pasadena? Ti ricordi France 98? Ecco. Ti ricordi, appunto.

Segna Pirlo. Pareggia Wiltford. Arriva sul dischetto Materazzi, quello coi piedi fatti alla Breda, e tutti ci domandiamo se una capocciata non l’abbiano data pure a Lippi. Invece segna. E aveva ragione Lippi, ci son serate in cui uno esce dal suo corpo e fa cose che manco in tutta una vita. Quello ha provocato un rigore, pareggiato di testa, fatto espellere Zidane, e segnato un rigore. Praticamente, Materazzi-Francia. Sul dischetto va Trezeguet. La tensione, il fatto che Buffon lo conosce come i suoi guantoni, manda a sbattere sulla traversa. Tocca a De Rossi. Gol. E ad Abidal. Gol. Del Piero. Gol. Sagnol. Gol. Grosso. Gol.

Siamo campioni del mondo per la quarta volta. E’ il delirio.

Il 19 agosto, a Lampedusa, affonda un barcone di disperati in cerca di un futuro migliore. E’ una tragedia, che si protrarrà negli anni a venire. sempre più spesso. Nel frattempo, L’Italia lasciata in larga parte sola davanti al problema, finisce i soldi anche per le bollette dell’elettricità, e gestisce gli arrivi come può. Cioè, francamente male. Oltretutto, con l’aria che tira da queste parti, pietà l’è morta, e temo che quasta faccenda andrà sempre peggio, fino a finire malissimo.

Il 15 settembre, alla segreteria di stato vaticana, c’è un avvicendamento, voluto, presumibilmente dal nuovo Pontefice, Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger. Il neo eletto è il cardinal Tarcisio Bertone. Sul camerlengo ne sentiremo delle belle.

Il 10 dicembre muore nel suo letto, all’età di 91 anni, Augusto Pinochet. E uno s’appella allo sceneggiatore chiedendosi se non si possa avere un po’ più di giustizia di qua, nell’attesa di un eventuale altrove.

Io osservo il mondo, e penso che ci metterei la firma. Non so ancora quanto

2002

E’ il 2002, e mentre stavo girando la ruota, un paio d’anni prima, mio padre, con l’eleganza dei grandi, mi ha fottuto. D’altronde, sempre saputo che era più furbo di me. Mi ero sempre, sin lì,nnegata a lavorare con lui. Non mi piaceva quel lavoro, non mi piaceva l’idea che delle persone dipendessero da me. Ho un carattere apparentemente solare ma in realtà decisamente introverso, che mi rendeva poco adatta al rapporto commerciale. In quei quattro anni ho lavorato da altre parti, stretto contatti, fatto il commerciale, anche, sebbene in ambiti diversi. Poi, mentre sono in stand-by, in attesa di decidere se accettare o no una certa proposta (eran giorni quelli in cui le proposte te le facevano ancora, e ti pagavano pure, e potevi anche permetterti di scegliere, qualche volta), una delle sue dipendenti resta a casa in maternità, abbastanz (anzi parecchio) all’improvviso. ‘Vieni a darmi una mano’. Siccome mi annoio, vado. l’idea è di fermarmi qualche mese, e poi decidere se accettare un percorso che mi porterebbe lontanissima da qui e che mi attrae abbastanza.

E’ il delirio. si scopre che, a far quel lavoro, ci saprei anche fare. Si scopre che continuo a non essere troppo convinta, e a non amare che la gente dipenda da me, ma vabbé. Nel frattempo, la proposta si concretizza, e io, a quel punto, mi incazzo. Io sono anche disposta a traslare il mio (allora pregevole) culo in un Paese dell’estremo oriente, manco troppo industrializzato, per l’implementazione di un istituto bancario. Mi interessa l’esperienza. Mi interessa lo stipendio. So che dovrò restare due anni. E poi quell’esperienza finirà. L’accordo prevede che questa partecipazione dia diritto al rientro ad un’assunzione presso l’istituto medesimo. scopro all’ultimo che quanto sopra è tutto vero, eccetto un particolare. Al rientro, io intendevo che la mia destinazione sarebbe stata l’area risorse umane, a fare quello che facevo nel paese asiatico. E invece, sorpresa, devo per almeno un anno, fare, come tutti i neo-assunti, la trafila allo sportello. Lì, mi incazzo. Perchè non mi puoi equiparare a uno che viene assunto a concorso e va a cena da mammà tutte le sere. E una questione di rispetto. Per le persone e per le competenze. Giro ancora la ruota, e dopo quindici anni sono ancora qui.

Nel frattempo, il 1° gennaio entra in circolazione l’Euro, in carta e soprattutto moneta. Si assiste a scene imbarazzanti presso le casse dei supermercati. Tenere nonnine mezze cecate porgono direttamente il borsellino alla cassiera (più cecata di loro) affinché si serva. Nel frattempo si creano code spettacolari che neanche sulla Tangenziale Ovest.

Il 12 febbraio, inizia alla’Aja il processo all’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, accusato di crimini contro l’umanità in Kosovo, Croazia e Bosnia Erzegovina, insieme all’altro degno suo pari Radovan Karadzic. La Jugoslavia ci confermò, ce ne fosse mai stato bisogno, che non solo gli uomini non imparano nulla dalla storia, ma che gli Europei, quando ci si mettono, non hanno nulla da temere da nessuno.

Il 19 marzo, a Bologna, un commando delle Brigate Rosse uccide l’economista Marco Biagi, consulente del Monistero del lavoro sulle politiche occupazionali e autore di una parte rilevante della riforma che sta prendendo forma. Gli era stata tolta la scorta e un mese dopo la sua morte il ministro dell’Interno, Claudio Scajola, lo definirà, con rara eleganza e pofondo senso dell’opportunità un rompicoglioni. Scajola, in queste ore, risiede nel posto che gli compete. Le patrie galere.

In Olanda, il 1° aprile entra in vigore la legge sull’eutanasia. Da noi, invece, morire continua ad essere un dovere, ma orire dignitosamente non è ancora diventato un diritto.

Il 31 maggio, in Giappone e Corea del Sud, inizia il campionato del mondo di calcio.

Segato Maldini, senza troppi complimenti, il c.t. e un pezzo della storia del calcio italiano, Giovanni Trapattoni. Si parte con grandi speranze, ma già superare il primo turno pare impresa ardua. Giochiamo male, e il nostro si distingue per il fatto di aspergere d’acqua santa il campo di gioco. Una cosa imbarazzante, per noi laici. Una cosa improponibile, credo, per chi crede. Che questa cosa di pensare che il Padreterno abbia un qualche interesse per le molto terrene vicende di 22 pirla milionari (in euro) che corrono in mutande dietro un pallone non è solo imbarazzante. È direttamente blasfemo.

Usciamo agli ottavi contro i padroni di casa (in condominio) della Corea del Sud. L’arbitro, Byron Moreno, è un delinquente avvezzo alla corruzione e su quella partita se ne possono raccontare infinite, però resta il fatto che non fummo certo impeccabili e che quella squadra era scadente di suo. E comunque la Corea arriva in semifinale dopo una partita con la Spagna in cui ho temuto che ad un certo punto l’arbitro estraesse un kalashnikov e seccasse gli spagnoli che non accennavano a cavarsi dalle palle.

In semifinale, un vago senso del pudore, fa si che la Germania passi sulla Corea e arrivi in finale dove l’attende il Brasile, son passati 4 anni, Ronaldo è tornato, segna una doppietta e porta a casa il Mondiale, da capocannoniere del torneo. I brasiliani sono pentacampeão e festeggiano per giorni dalle favelas ai quartieri chic.

Il 16 luglio si approvano nella stessa tornata la legge costituzionale che permette il rientro dei Savoia e la Bossi-Fini sull’immigrazione. Chi vuol trovare dei nessi, come sempre, si accomodi.

agosto io e l’uomo partiamo per un viaggio attraverso la Francia, che si concluderà sulle spiagge dello sbarco. Concludiamo che se non ci siamo scannati dopo 25 giorni su un’utilitaria in affitto, dormendo in alcuni dei B&B più sporchi a memoria d’uomo (uno, in particolare, per pulirlo l’unico modo poteva essere incendiarlo), possiamo anche concepire di sposarci. Lo faremo un anno dopo, in pieno dicembre.

Il 6 ottobre José Maria Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, viene proclamato santo da Giovanni Paolo II, che una volta ancora conferma di essere uno dei massimi reazionari della storia, però con un forte senso del marketing.

Il 18 novembre Il senatore a vita Giulio Andreotti viene condannato a 24 anni quale mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. La sentenza verrà poi ribaltata. Resta il fatto che un uomo che ebbe gli incarichi di Andreotti non avrebbe dovuto essere neppure sfiorato da certi sospetti. E invece fu parte di molto dell’italico marciume.

Il 24 dicembre Vittorio Emanuele di Savoia viene ricevuto dal Vaticano, che perde, come di costume l’ennesima buona occasione per fare bella figura.

Noi cominciamo a pensare che forse dovremmo cercare casa.

1998

Ho 24 anni, sto terminando la tesi di laurea in Economia, lavoro già da un anno presso il Dipartimento dell’Università. Mi prospettano la possibilità di un dottorato. Io mi guardo dentro. Poi guardo fuori. Poi mi riguardo dentro e decido che ci penso, che non son mica sicura di voler far quello per tutta la vita. Nel frattempo mi sono innamorata e disamorata, piangendo, nel mezzo, molte delle mie lacrime. E, con una sindrome post-traumatica da manuale, mi muovo nel mondo e combino dei casini (sentimentali) altrettanto da manuale, per i quali nutro ancora qualche senso di colpa. Scopro inoltre che per essere popolari non è strettamente necessario essere gnocche o darla via come il pane. Basta sembrare del tutto indifferenti. Se poi lo sei sul serio, il successo è garantito.

Il 21 gennaio Giovanni Paolo II va in visita pastorale a Cuba. E’ storico, comunque la si pensi, l’incontro con Fidel Castro, che per l’occasione non indossa la divisa ma un assai sobrio doppiopetto.

Il 3 febbraio, in Val di Fiemme, dei Top Gun americani si esercitano pensando di trovarsi in un fottuto videogame. Il risultato sono i cavi tranciati della funivia del Cermis. 20 i morti. Risparmiandoci i dettagli del processo, che viene comunque condotto, in ossequio agli accordi NATO, dal paese di provenienza degli imputati (gli USA, nel caso), i Top Gun ne escono con un danno finanziario, ma sostanzialmente a piede libero. A ricordarci sempiternamente la nostra subalternità ed il nostro ruolo di colonia.

Il 31 marzo, Notte degli Oscar, Titanic di James Cameron si aggiudica undici statuette. E’ una sorta di follia collettiva, con gente che si vanta di averlo visto undici/dodici volte consecutivamente. Invece di fargli un TSO, li intervistano in tv, con buona pace di tutti. Contribuirà al definitivo lancio di Leonardo di Caprio, che, invece, darà grandi prove di sé al fianco di Martin Scorsese.

Il 15 aprile muore a 73 anni, ostaggio di quelli che un tempo furono i suoi seguaci, uno dei più feroci dittatori della storia dell’uomo, Pol Pot, il leader dei khmer rossi. L’uomo che fece della Cambogia un immenso lager a cielo aperto. Conobbi tempo fa un uomo che riuscì a fuggire, ma non a dimenticare e men che meno a perdonare. E’ una cosa che non si può capire, che non si può metabolizzare, manco se te la raccontano. Per avere un’idea delle proporzioni, parliamo di oltre un milione di morti su 4 milioni di abitanti. Il 25% di un popolo sterminato in nome di un’ideologia.

Il 1° maggio a Bruxelles, l’Ecofin si riunisce per approvare la lista dei Paesi ammessi all’Euro. 15 anni dopo, ci faranno vedere i sorci.

Il 10 giugno, in Francia, prende il via il Mondiale. Noi siam già contenti di non dover puntare la sveglia per vedere le partite, che la gente, a volte si accontenta di poco.

L’Italia, vice-campione del mondo uscente, si è liberata di Arrigo sacchi dopo un Europeo, quello del 1996 che, scevro del culo del Mondiale, ha finalmente reso noto che il Re è nudo.

Il c.t. è Cesare Maldini, che si è fatto tutta la trafila della FIGC e, come da tradizione, è il c.t. uscente dell’Under 21. E’ un signore vagamente balbuziente, con un taglio di capelli opinabile e un colore (sempre di capelli) che una volta voleva essere, probabilmente, mogano, ma ormai è virato su un imbarazzante melanzana.

Ci classifichiamo primi nel girone, ed è una Nazionale decorosa. Migliore, comunque di quella di Sacchi.

Negli ottavi incontriamo la Norvegia. in una partita senza particolari acuti, chiudiamo la pratica ad inizio partita, con un gol di un ottimo (in quel Mondiale) Vieri.

Nei quarti incontriamo i padroni di casa francesi. Noi abbiamo una squadra discreta. Equilibrata anche. Ma i francesi, in termini di individualità sono molto più forti. L’errore di Maldini è cedere alle pressioni e schierare un Del Piero oggettivamente fuori forma in luogo di un Roberto Baggio che ha, fin lì, ben figurato. Comunque anche quando farà il cambio tra i due, non cambierà granché. Ci difendiamo con onore, e si arriva ai rigori sullo 0-0. La maledizione di Pasadena è ancora lì. E andiamo a casa anche questa volta.

La Francia continua la sua corsa, e in semifinale incontra e supera una sin lì ottima Croazia. Si avvia alla finale con il Brasile. Il Brasile delle meraviglie. Che il Brasile non è solo il planetario Ronaldo. E’ anche Cafù, Aldair, Roberto Carlos, Rivaldo, Dunga, Edmundo, Leonardo. Senz’altro la squadra più forte del mondiale. Probabilmente, dopo quello di Pelé e quello dell’82, il più forte Brasile di sempre. Nella notte, l’imprevisto. Ronaldo, il fenomeno, la stella polare, il giocatore più famoso al mondo ha un malore. Ricovero lampo in ospedale. Dimissioni ancor più lampo. La sera della finale è in campo. Il fantasma di se stesso. E non sto parlando del giocatore. Parlo proprio della persona. Stendendo non un pietoso velo, ma una spessa trapunta, su chi ha deciso di mandarlo in campo e su chi ha permesso che ciò accadesse. La Francia stravince, 3-0, contro un Brasile sotto choc.

Io continuo a lavorare presso il Dipartimento, e decido di dover decidere. Che mica sempre è cosa facile, mica sempre è la cosa giusta.

Il 2 agosto, Pantani fa il bis e dopo il Giro d’Italia vince pure il Tour de France. So cosa state pensando. Perchè l’apoteosi di un dopato? Perchè in quell’ambiente, chi più chi meno s’aiutano tutti con tutto, il tempo e la cronaca ce l’hanno dimostrato. Poi qualcuno ha deciso che Marco Pantani doveva pagare. E ha pagato. Tutto. Anche colpe non solo sue.

Il 27 settembre Larry Page e Sergej Brin fondano Google. Cambiando per sempre le nostre e loro vite. Una volta se non sapevi una cosa, rompevi i maroni a tutti i discendenti ed ascendenti fino al 60° grado, e se nessuno lo sapeva, ti tenevi il dubbio. Adesso metti una mano in tasca o in borsa, smanetti il tuo smartphone,digiti la questione nel campo ricerca e ti fai financo i cazzi di un aborigeno australiano.

Il 13 novembre, il leader del PKK, Abdullah Ocalan, ricercato dalla polizia turca, sbarca in Italia. Lascerà, tra mille polemiche, l’Italia dopo un mese, si rifugerà in Kenia e verrà catturato dai servizi segreti turchi, come da accordi. Noi rimediamo l’ennesima figura di merda di un’onorata carriera internazionale.

Io decido che non voglio tentare di fare il ricercatore e men che meno intendo presentarmi all’esame per il dottorato. E giro per l’ennesima volta la ruota della mia esistenza.

Il 31 dicembre, vengono fissati i tassi fissi irrevocabili di conversione all’Euro di 11 valute europee. Nello specifico, con 1936.27 lire ottieni in omaggio un euro. Noi stiamo festeggiando, siamo un po’ brilli, e ci fidiamo del fatto che quelli che abbiamo delegato ad occuparsi di cotante cose siano in grado di assolvere al compito. Scopriremo, amaramente, di esserci clamorosamente sbagliati.

1994

Ho vent’anni. Ho già votato per la prima volta. Ho preso la patente. Fumo un po’. Bevo superalcolici (ogni tanto, eh). Vivo sola a Milano. Anzi non sola, ma con le sisters. Due sorelle che diventeranno anche sorelle mie.

Ho terminato il liceo l’anno prima. Tutti mi consigliano di continuare sul percorso umanistico. Qualcuno si spinge a consigliarmi di approfondire un supposto talento naturale per le lingue straniere (vive o morte che siano)

Io spariglio le carte, e mi iscrivo a Economia. Tutti ridono. Non ho mai visto la partita doppia, in matematica sono al massimo mediocre, ho lo spirito pratico della Fata Smemorina.

il 1° gennaio in Chiapas, Messico, gli indios nella notte insorgono, assediando alcuni centri abitati. L’assedio dura un solo giorno, ed ha, come scopo primario, leggere pubblicamente la prima dichiarazione della Selva Lacandona, in cui denunciano le loro atroci condizioi di vita. Nasce la leggenda del Sub-Comandante Marcos. E non si ringrazierà mai a sufficienza ammennicolidipensiero per questo post.

Il 12 febbraio si aprono a Lillehammer i XVII Giochi Olimpici Invernali. Per l’Italia è record. Quarti nel medagliere. Indimenticabili Manuela Di Centa, nel fondo, a medaglia in cinque competizioni su cinque, con due ori, due argenti e un bronzo. Da leggenda il quartetto maschile formato da De Zolt, Albarello, Vanzetta e Fauner, nella 4×10 Km di fondo, batte allo sprint i favoritissimi padroni di casa norvegesi, davanti a 100.000 spettatori ammutoliti per lo stupore (però che fair play, gente mia). Alberto Tomba coglie uno degli ultimi grandi allori (argente nello slalom speciale), mentre Armin Zoeggeler vince un bronzo nello slittino ed inizia un percorso che diventerà leggenda (5 medaglie in 5 diverse Olimpiadi, una storia lunga 20 anni). Di quel paesino norvegese, ricorderemo per sempre (noi appassionati) l’atmosfera da paese delle fate e degli elfi. Per me sarà l’ultima olimpiade invernale davvero goduta. Poi comincerò a lavorare e buona notte ai suonatori.

Nel frattempo si chiude il primo semestre con la sessione di esami. Nello stupore generale ne passo tre su tre.

il 27-28 marzo si vota per le elezioni politiche. Tangentopoli ha travolto i Partiti tradizionali, ed Achille Occhetto, l’unico forse salvatosi, al capo di uno schieramento progressista, da lui definito una gioiosa macchina da guerra, viene sconfitto da uno schieramento di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi, proprietario delle tre reti televisive Mediaset, del Giornale (diretto da Montanelli), di Mondadori, palazzinaro cui si devono Milano Due e Milano Tre. Passato il primo scoramento, ci scappa da ridere. A farci piangere ci penserà lui, con pervicace impegno, per i successivi vent’anni.

A San Marino, tra il 30 aprile e il 1° maggio, si consuma una mattanza di piloti di Formula 1. Il 30 aprile, durante le qualidiche, muore un giovane pilota austriaco, Roland Ratzenberger. Il giorno seguente, durante un Gran Premio che, anche solo per rispetto, sarebbe stato opportuno sospendere, nella curva del Tamburello, al brasiliano Ayrton Senna, in quel momento il mito della Formula 1, cede d’improvviso il piantone dello sterzo della sua Williams. Si schianta a folle velocità contro un muretto. Morirà qualche ora più tardi all’ospedale di Bologna.

Il 17 giugno si aprono negli USA i Mondiali di Calcio. La scelta del paese ospitante avviene in base ad una precisa strategia di marketing. Rendere popolare il soccer in un paese che preferisce di gran lunga il baseball ed il football americano.

La FIGC con un colpo di genio valuta che siccome il Milan (di Berlusconi) ha vinto tutto con Arrigo Sacchi a guidarlo, allora la Nazionale vincerà tutto con Arrigo Sacchi alla guida.

Partiamo gloriosamente, finendo terzi in un girone piuttosto semplice, e venendo ripescati come una delle migliori terze.

Ci sono tutti i presupposti per bissare Messico ’86 e concludere in fretta questa tortura.

E invece no. Perchè Sacchi ha una cosa che Bearzot non ebbe. Il culo di Sacchi. Il lato B del romagnolo diventa un tormentone nazionale. Agli ottavi ce la vediamo con la Nigeria, che ha, meritatamente, vinto il suo girone, e che è molto accreditata. Io sono a Milano. Tappata in casa. Sto studiando Diritto Pubblico. E il termometro segna 38. I gradi del bilocale. Al 26′ del primo tempo passano in vantaggio i Nigeriani. E’ la partita più brutta, inutile ed ansiante della storia dell’uomo. Oltretutto sono sola, e mi conforta solo mio padre. Ciclicamente, via cavo. Che a Milano il 5 luglio di universitari non ce ne sono praticamente più. Ad un certo punto mi sfrango i maroni e guardo Cuore Selvaggio. Juan del Diablo è pur sempre meglio di quella compassione. Ad un certo punto, un urlo squarcia la notte, la canicola e l’immobile aria milanese. Roberto Baggio, all’88’ insacca e ci tira giù dall’aereo. Concludera la sua mission al 102′ dei supplementari mettendo dentro anche un rigore.

A suon di orride partite e di golletti che più in zona Cesarininon si può, il culo di Sacchi e i piedi di Baggio ci portano in finale.

Il 17 luglio a Pasadena va in onda Italia-Brasile. La finale dei mondiali più pallosa della storia dell’uomo. Finisce 0-0 dopo i tempi supplementari. Noi giochiamo male. I Brasiliani pure. Vinceranno loro. Ai rigori. Io, non sono neppure dispiaciuta. Il culo di sacchi non meritava di farci diventare quattro volte campioni del mondo.

L’esame di diritto pubblico è stato un trionfo, e chiudo la sessione estiva con uno score accettabile

Ad agosto fa caldo. e io compio gli anni. Null’altro da segnalare

Il 26 settembre in India un epidemia di peste polmonare miete centinaia di vittime. Qualcuno va con la mente ai monatti, mentre la maggioranza pensa ‘echissene, tanto l’India è lontana’

Il 1° novembre Pietro Pacciani viene condannato all’ergastolo per 7 degli 8 omicidi attribuiti al mostro di Firenze. Pacciani finisce nel posto che gli competerebbe a prescindere (la galera) ma che il mostro di Firenze sia lui, non ci crede nessuno, a parte la magistratura che vive in un pianeta a parte

L’11 dicembre inizia l’intervento militare russo in Cecenia. Scoprirò anni dopo, che Grozny, in russo, vuol dire la terribile, e che da sempre, nell’URSS circolasse la leggenda che Dio creò la terra, e poi fece l’uomo. Ed infine i popoli. Poi, quelli che gli avanzavano li buttò tutti in Cecenia. Come sia, inizia la storia di un massacro perpetrato da un paese potente contro una repubblica da due soldi. Il che significa che, alle solite, non fregherà niente a nessuno

Il 20 dicembre, in Giappone, davanti a quasi 100.000 persone si esibisce per l’ultima volta dal vivo Frank Sinatra, the Voice.

Fly me to the moon,

and let me play among the stars

let me see what spring is like Jupiter and Mars

In other words, hold my hands

In other words, baby kiss me

1990

Ho 16 anni. Siccome mi piaceva la matematica ho deciso di fare il Liceo Classico. E va bene così. Mi piace tutto. Arte, letteratura, storia filosofia. Anche il latino e il greco, soprattutto da quando, terminato il ginnasio, hanno smesso di essere solo grammatica ed esercizio, per ampliare l’orizzonte.

Il 7 gennaio a titolo precauzionale la Torre di Pisa viene chiusa al pubblico e non verrà più riaperta. Io penso che una volta almeno ci sono salita e me ne rallegro.

Il 2 febbraio il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, viene ucciso a colpi di pistola in Via del Pellegrino. La sua salma viene tumulata per non meglio precisati meriti filantropici nella Basilica di sant’Apollinare, in deroga a più di qualche regolamento ecclesiastico. Il suo nome viene fatto più volte in associazione alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Anche qui, ciascuno trovi i nessi che più gli paion opportuni.

L’11 febbraio, dopo 28 anni di carcere, viene liberato Nelson Mandela. E’ una data simbolo per la liberazione dall’Apartheid, che comincia a scomparire. Almeno formalmente.

Io sperimento il primo mal d’amore, scoprendo un assioma fondamentale. di solito ami chi non ti ama, e non ami chi ama te.

Il 10 marzo alla Bolognina, il comitato centrale del PCI approva la mozione del segretario Achille Occhetto, e scioglie il partito che da lì in poi diventerà Partito Democratico della Sinistra. Piange Occhetto. Piangono molti delegati. Il nonno, non c’è più da qualche anno. Piango anch’io. Conto terzi. E’ la fine di un’epoca, terminata insieme al muro che cadde quella notte del 1989 a Berlino.

Io sono infelice, ma a giorni alterni, come le targhe. Che a sedici anni, pure il mal d’amore è relativo.

Il 17 maggio l’OMS elimina la voce omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Qualcuno avvisi Giovanardi.

L’8 giugno allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano prendono il via i 14° Mondiali di Calcio. L’Italia è il paese organizzatore. I mesi precedenti sono stati funestati dalle polemiche. La maggior parte degli stadi necessitavano di essere riammodernati, molte opere vennero lanciate ex novo e neppure portate a termine. Guida il caravanserraglio uno dei soliti noti. Luca Cordero di Montezemolo. Val la pena ricordare l’elevatissimo numero di incidenti sul lavoro nei cantieri. Lo Stadio delle Alpi costruito a Torino, talmente inservibile che venne rottamato presto (tra gli anelli della pista d’atletica e quant’altro, il cerchio di centrocampo, dagli spalti potevi al massimo immaginarlo). Gli ampliamenti del Meazza, con la costruzione del terzo anello. Il terzo anello per chi non avesse mai avuto il piacere è una faccenda a strapiombo sul campo, che se uno dovesse cascare da lì rischia di atterrare su un centrocampista. Una delle più brutte mascotte che la storia ricordi quell’omino snodabile tricolore a nome Ciao.

La Nazionale deve vincere. E, in fondo ne avrebbe anche qualche possibilità. Il nuovo c.t., Azeglio Vicini, un romagnolo flemmatico che ha preso il posto di Bearzot dopo la debacle messicana, fa fuori tutta la vecchia guardia e porta in Nazionale tutto il reparto della sua under 21, che fu molto vincente.

Dovrebbe essere il Mondiale di Vialli e Mancini, la coppia d’attacco simbolo della squadra più spumeggiante e simpatica di quegli anni, la Sampdoria. Ma anche ai Mondiali, chi entra Papa in Conclave ne esce Cardinale (e qualche volta chierichetto).

Il debutto è choc. L’Argentina, campione uscente, le prende dal Camerun, che vincerà il girone, e alla fine sarà ripescata tra le migliori terze.

L’Italia, contrariamente al solito, parte alla grande e vince 3 partite su 3, in un girone di media difficoltà. Dopo 3 partite, però, è chiaro che la coppia gol non sono Vialli e Mancini, relegati in panchina, ma il numero 10 della Fiorentina, Roberto Baggio, e un centravanti già un po’ in età, arrivato quell’anno in serie A per la prima volta (ma alla Juve). Salvatore Schillaci. Succede a lui quel che accadde a Paolo Rossi. Uno stato di grazia che dura 15 giorni. E l’Italia, tra giugno e luglio sarà ai piedi di Totò, con quegli occhi spiritati, con quella di faccia di quello che nella vita non gli ha mai detto bene, e poi, all’improvviso, il Paradiso.

Agli ottavi ci liberiamo dell’Uruguay e nei quarti di una decorosissima Irlanda.

In semifinale, a Napoli, incontriamo l’Argentina. Uno psicodramma. Dall’inizio alla fine. Il pubblico napoletano butta giù lo stadio col suo tifo. Il problema è che tifa Argentina. D’altronde il Capitano è Diego Armando Maradona. Uno che a Napoli sta un gradino sotto San Gennaro. Forse. L’Italia parte bene, e il solito Schillaci insacca. E’ una partita agitata. All’80 Claudio Caniggia, altra conoscenza italiana (gioca nell’Atalanta) infilzando di testa Zenga nel frattempo uscito a prendere farfalle.

E’ pareggio. Non si conclude nulla nei 90′ regolamentari e neppure nei supplementari. Arrivano i rigori, e Donadoni e Serena sbagliano.Tutta Italia, tranne una parte importante dei convenuti al San Paolo di Napoli, è in lacrime.

Finiremo terzi, battendo un’ottima Inghilterra.

In finale, l’Argentina sarà sconfitta, in una partita francamente bruttina, dalla Germania di Matthaus, Brehme, Klinsmann, Rudi Voeller.

Restano due rimpianti. L’aver perso un Mondiale francamente non irrangiugibile. Il fatto che si sia fermata agli ottavi di finale l’Olanda, la squadra con il maggior tasso tecnico di tutti (Rijkard, Van Basten, Gullit, Koeman,), campione europeo in carica.

Il 18 luglio, sempre per il capitolo stragi, vengono assolti in appello tutti gli imputati per la strage di Bologna, del 1980. Come al solito, non è stato nessuno. Un paese di suicidati.

Il mal d’amore scompare, per lasciare il posto ad un altro mal d’amore. Scopro il secondo assioma. Chiodo schiaccia chiodo. Però per trovare chiodi fallati c’è gente più ferrata di altra.

Il 2 agosto Saddam Hussein occupa militarmente uno staterello che la maggior parte degli Italiani faticherebbe a trovare sulla cartina. L’8 George Bush (padre) dà il via all’operazione Desert Storm. La notizia ce la dà in diretta, da Studio Aperto, Emilio Fede, nel cuore della notte. L’Italia manda dei Tornado in appoggio, e nel gennaio del ’91 gli iracheni ne abbattono uno. I piloti, Bellini e Cocciolone, torneranno malconci ma salvi a fine conflitto, nel marzo dello stesso anno. Emilio Fede, sulla vicenda, ci camperà per mesi.

E’ estate. Sinonimo di libri e piscina. In franchezza, le uniche due cose che rimpiango di quel periodo.

Il 20 settembre a Roma, la Commissione Parlamentare stragi, dopo lunga ed attenta riflessione, perviene alla conclusione che sulla vicenda del DC9 abbattuto sui cieli di Ustica nel 1980, sono state perpetrate azioni di depistaggio ed ostacolo alla giustizia. Senza voler fare polemica, tutta roba che potevamo dire anche noi gratis.

Ricomincia la scuola. Mi convinco sempre più che l’adolescenza non è un periodo felice. Tendiamo a rivalutarla invecchiando. Ma io mi son presa un appunto su angolo della Divina Commedia e più di vent’anni dopo, me ne ricordo ancora

Il 1° ottobre, in Ruanda, altro posto che l’italiano medio difficilmente identifica su una cartina, iniziano i primi scontri tra le etnie tutsi e hutu. Ne conseguirà una delle peggiori barbarie del secolo, e se volete saperne (o capirne) di più, andate da giovol, che lì c’è, davvero, tutto.

Il 22 novembre, Margaret Thatcher rassegna le dimissioni da Prime Minister e si conclude un’avventura durata 21 anni. Non sono tra i sostenitori, e se volete comprendere cosa fu, davvero, il thatcherismo, allora leggete la Famiglia Winshaw di Jonathan Coe.

Vorrei andare altrove, fare fantastiche cose, viaggiare molto. E comincio a pensare a come riuscirci.

Il 9 dicembre, Lech Walesa leader di Solidarnosc viene eletto Presidente della Repubblica in Polonia. Succede a Wojciech Jaruzelski, e un cerchio si chiude. La storia, che è migliore degli uomini, ci dirà poi che quell’oscuro generale polacco dagli occhiali scuri, che pareva un rigido uomo d’apparato e un crudele dittatore, risparmiò forse al suo popolo sofferenze peggiori facendo quel che andava fatto quando andava fatto. E’ morto, 91enne, nei giorni scorsi, circondato, anche nel suo Paese da una stima che non è stata postuma.

Un altro anno è andato. Il futuro è un’ipotesi cantava Ruggeri

1986

Ho 12 anni. E come canta Battiato, cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea, sulle cose, sulla gente. 28 anni dopo, sono ancora alla ricerca.

Ma in fondo, la vita è un viaggio, e la sola ragione del viaggio, cantava De André, è viaggiare.

Il 28 gennaio lo Space Shuttle Challenger esplode in fase di decollo, insieme a tutti e sette i membri dell’equipaggio.

Alle scuole medie comincio a capire la differenza, non così sottile tra matematica ed aritmetica, e non son piùcosì convinta di amare la matematica.

il 20 febbraio, un imprenditore milanese, sin lì sconosciuto ai più, acquista l’A.C. Milan. E’ Silvio Berlusconi. Ventotto anni dopo, gli unici a non conoscerlo sono quelli che depongono nei processi, probabilmente

Io guardo il mondo da un oblò, e mi annoio un po’, come diceva la canzone.

Il 18 marzo il tribunale di Milano condanna Michele Sindona all’ergastolo. E’ riconosciuto come il mandante dell’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana dello stesso Sindona.

Il 20 marzo, nel carcere di Voghera, Michele Sindona muore avvelenato con un  caffé al cianuro. E ciascuno ci trovi pure i nessi che ritiene.

Io non lo so ancora, ma ammirerò profondamente il figlio di Ambrosoli, Umberto, quando uscirà dalla sala della Regione Lombardia che sta tributando un postumo omaggio a Giulio Andreotti, morto ultranovantenne nel suo letto. E anche qui ciascuno vi legga il nesso che crede.

Il 26 aprile un incidente al reattore N. 4 della centrale nucleare di Cernobyl, in URSS, genera una nube radioattiva che contaminerà buona parte dell’Europa Occidentale. Le conseguenza sulla salute della popolazione locale si protraggono ancora oggi.

Io mi ricordo che ci dicevano di lavare bene l’insalata e non bere latte, e pronunciavano, pure per noi Italiani oscuri vaticini di morte. Nella mia città hanno chiuso da un anno e mezzo una fabbrica che scaricava miriadi di particelle di asbesto nell’aria. Non lo so ancora. Ma ne moriranno più per quell’asbesto che per la nube di Cernobil, almeno qui.

Il 31 maggio si apre in Messico la 13° edizione dei Campionati del mondo di calcio. In realtà l’organizzazione sarebbe spettata di diritto alla Colombia che ne aveva ottenuto l’assegnazione, ma una serie di problemi interni cui si aggiunse l’incapacità di rispettare i requisiti strutturali fecero traslare il tutto in Messico.

Una nota, è il primo mondiale che seguo in autonomia, nel senso che mi spiaggio davanti alla tv cercando un senso.

L’Italia condivide il girone con Argentina, Bulgaria e Corea del Sud.

Bearzot ha convocato quel che resta dei magnifici ragazzi dell’82, ormai spompati, e aggiunge qualche innesto non propriamente fenomenale. Ha dimenticato, il ct, la lezione appresa da Valcareggi che si portò in Germania i fantasmi di Messico ’70 e rimedia una figura altrettanto scadente.

L’Italia si classifica seconda nel girone e agli ottavi di finale pesca la Francia di Platini. E non solo. Loro schierano Tigana, Giresse e Platini. Noi, con tutta la buona volontà, Salvatore Bagni, Giuseppe Baresi e Antonio Galderisi. Scirea, Cabrini, Altobelli e Conti sono i fantasmi dei fasti che furono. Giovanni Galli in porta non è certo formidabile. Ma gli vengono addebitate anche colpe non sue.

Torniamo a casa, senza manco incazzarci troppo. Era evidente che non avevamo le risorse per andare oltre.

Vincerà l’Argentina contro la solita Germania Ovest che è, sempre e comunque una sicurezza. Ma se quell’Argentina non avesse vinto, sarebbe stato un sacrilegio.

La partita da consegnare alla storia, però è Inghilterra-Argentina. Il clima è avvelenato per via del conflitto nelle Falkland. Maradona segna un gol di mano (la mano di Dio, dirà lui) e firmerà il secondo gol segnando quello che è stato considerato il gol del secolo. Salta tutti come birilli, ed insacca alle spalle di Shilton. Il più grande di tutti, il più grande di sempre.

A luglio non succede niente, mentre ad agosto l’evento più ragguardevole è senz’altro il mio compleanno. Per dire.

Il 7 settembre, in Cile, attentato contro Augusto Pinochet. Muoiono i cinque uomini della sua scorta. Verrebbe da dire che son sempre i migliori che se ne vanno. Poi focalizzi che quella, comunque, è pur sempre la scorta di Pinochet.

Il 20 novembre in una sperduta fattoria dell’Hampshire, una mucca, di nome Cow 133, muore di encefalopatia bovina spongiforme. Capo a un mese ci sarà un’isteria generale nei confronti delle carni bovine e ci verrà vaticinato un futuro a base di encefali spugnosi (i nostri). Il numero di teste di cazzo, in effetti incrementa ogni giorno sempre più. Ma temo che dare la colpa al bovino sia un po’ riduttivo.

Il 18 dicembre si conclude a Bologna il processo d’appello per la strage dell’Italicus. 12 anni dopo, i colpevoli vengono individuati in due neofascisti, Mario Tuti e Luciano Franci, assolti in primo grado per insufficienza di prove. La Cassazione ribalterà poi ancora tutto. E nhoi siamo ancora qua. Tra quelli che stan sospesi.

Io cammino verso i miei tredici anni ed il futuro.

1982

L’anno inizia senza significativi scossoni. Io compirò a breve otto anni e mi sono liberata da tempo delle suore. Con reciproca soddisfazione, sospetto.
Sono una bambina solitaria ed introversa. Lo sono rimasta. Ma crescendo ho imparato a far finta meglio.

A marzo la Corte d’Appello di Brescia assolve per insufficienza di prove gli imputati della Strage di Piazza della Loggia, avvenuta otto anni prima. E che resterà impunita, a distanza di quarant’anni.

Io mi convinco che mi piace la matematica.

Il 30 aprile viene ucciso a Palermo Pio La Torre, segretario regionale del P.C.I. Viene nominato prefetto di Palermo con poteri speciali il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Lo stesso che aveva rinvenuto i documenti di Moro nel covo di Via Monte Nevoso.

Tenetelo a mente.

Io mi avvicino agli otto anni e sono felice perché si avvicina l’estate. Perché da bambini ci si accontenta di poco, e forse è per quello che solo i bambini riescono ad essere genuinamente felici.

L’8 maggio durante le prove del G.P. del Belgio a Zolder La Ferrari di Gilles Villeneuve si impenna dopo aver urtato la March di Jochen Mass. Villeneuve viene sbalzato dall’abitacolo e finisce contro un palo di sostegno delle recinzioni, spezzandosi l’osso del collo. Morirà poche ore dopo in ospedale.

É un sabato pomeriggio, mio padre sta guardando le prove, mamma lavora, io disegno. E quel corpo che vola in aria, riproposto mille volte al rallentatore diventa il mio primo nitido ricordo televisivo.

Il 13 giugno inizia in Spagna il dodicesimo campionato del mondo di calcio. L’Italia gioca a Vigo, in Galizia. L’inizio è tutto tranne che entusiasmante. Nel nostro girone ci sono Polonia, Camerun e Perù. Ne pareggiamo tre su tre. Facciamo due gol e ne incassiamo due. Siamo secondi nel girone, davanti al Camerun, e solo in virtù del maggior numero di reti segnate (una).

La situazione diventa talmente spessa, dal punto di vista mediatico che si decide per il silenzio stampa (anche a seguito di una serie di illazioni sulle inclinazioni sessuali di alcuni calciatori).

La seconda fase (sempre a gruppi) fa ridere tutti, da Bolzano a Palermo. Finiamo con Brasile e Argentina e la domanda è quante ne prenderemo. Invece battiamo l’Argentina, 2-1. Gioca anche un giovanissimo Maradona. Claudio Gentile lo mena come un fabbro per 90 minuti.

Il 5 luglio si gioca Italia Brasile. Zico, Socrates, Toninho Cerezo, Junior e Falcão. Non dei calciatori, ma il calcio. A loro basta un pareggio, noi dobbiamo vincere.

Paolo Rossi, che fin lí aveva infilato perline, si sovviene di essere un centravanti e infila Waldir Peres, che malgiudica, ritenendolo innocuo, un cross di Cabrini.

Passa un istante e Zico, tra una mazzata e l’altra del solito Gentile, lancia Socrates ed è pareggio. Io sto vedendo la partita col nonno. In un caldo spesso, senza condizionatori. E in un silenzio irreale che chiunque sta vedendo la partita. Il nonno non è uomo da agitarsi. Contadino comunista dal ’23, ha un certo aplomb. Al pareggio si alza in piedi. Non si siederá più. L’unica altra volta sarà per i funerali di Berlinguer. Ma quello era rispetto.

Paolo Rossi è posseduto, uno stato di grazia di quelli che capitano nella vita, e dopo una sgroppata infila di nuovo Waldir.

Ma la felicità si infrange su un tiro da lontano di Falcão che infilza Zoff. I commenti sull’anziano capitano si sprecano. Sembra finita. E sarebbe stato comunque bello così. E invece Rossi segna ancora. Ed è assalto alla porta italiana. Zoff entra nella leggenda artigliando una incornata di Oscar sulla linea di porta. L’arbitro fischia ed è delirio.

La partita si gioca al Sarriá di Barcelona. L’hanno demolito. Per far posto a un centro commerciale, je possino.

In semifinale ritroviamo la Polonia. Manca Boniek, squalificato. Vinciamo 2-0, con doppietta di Rossi, ormai in stato di grazia, e prendiamo la via di Madrid e del Bernabeu, dove ci attende la Germania che ha superato la Francia.

E l’11 luglio e si gioca la finale. Inizia male. Cabrini fallisce un rigore e a mezza Italia parte un embolo.

Il solito Rossi sblocca il risultato, lo seguono Tardelli (il cui urlo farà la storia televisiva) e Altobelli. Al 3-0 il presidente Pertini in tribuna fa segno col dito, non ci prendono più. Breitner segna il gol della bandiera, e io assisto al prim vero caravanserraglio di piazza. Mi divertirò un botto.

Ad agosto negli Stati Uniti inizia la vendita al dettaglio del Commodore 64. Sembra una roba per iniziati, e una moda che tramonterà in un niente. E invece son qua che scrivo un post, su un blog, in rete, con un tablet. Di queste quattro parole, tre non esistevano tout court, e la quarta, rete, aveva tutt’altri significati.

Il 3 settembre A Palermo in un agguato mafioso vengono uccisi il generale Dalla Chiesa e la moglie Emanuela. Son passati quattro mesi dalla nomina. Ad oggi pur con la certezza dell’esecuzione mafiosa, molti dubbi permangono sugli effettivi mandanti.

Io sto per iniziare la terza elementare e mi piace andare a scuola. Scopro presto che gli adulti non si aspettano che tu lo dica o lo pensi. E imparo a tenermelo per me. Lo dico solo a mamma e papà e pochi intimi che apprezzano.

Tra il 16 e il 18 settembre Alla periferia ovest di Beirut, per mano delle falangi libanesi si consuma quello sconcio che fu il massacro di Sabra e Shatila. Innegabili le responsabilità di Ariel Sharon, ministro della difesa israeliano. Caso mai qualcuno avesse in mente una rivalutazione postuma.

Il 10 ottobre muore Leonid Breznev. Il suo nome incuteva timore, al di qua è aldilà della cortina di ferro. Gli succede un freddo gerarca dell’establishment, Jury Andropov.

A dicembre in Brasile viene arrestato Tommaso Buscetta. Comincerà a collaborare e ne sentiremo delle belle.

Sta per arrivare Natale e scopro che Babbo Natale non esiste, e che le renne sono mamma e papà. La faccenda non mi genera specifici traumi.

1978

Gennaio Siamo appena tornati dal Brasile. Non ho ancora quattro anni. Sono il manifesto del bilinguismo. Soprattutto al contrario, parlando portoghese quando non devo. I nonni sono lievemente sotto choc, e temono danni irreparabili alla creatura. Poi la creatura si riprende, e loro intuiscono che forse era meglio quando era danneggiata

11 febbraio La Cina proibisce la lettura di Aristotele, Dickens e Shakespeare. Mio padre intravede dei miglioramenti. In Brasile, da dove siamo appena tornati, l’illuminato regime militare disturbato dalla lettura di un manifesto antidittatura durante una rappresentazione dell’Antigone, emette un mandato d’arresto per Sofocle. Almeno i cinesi non ignorano che sono morti.

16 marzo In Via Fani, a Roma, un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della DC, Aldo Moro, e uccide i 5 uomini della sua scorta. Vedo per la prima volta mio padre ammutolito davanti alla tv. L’Italia, non sarà più la stessa. Comunque.

Il 2 aprile la CBS manda in onda la prima puntata di Dallas. Il 4 aprile, in Italia, Raidue manda in onda la prima puntata di Atlas Ufo Robot. Noi non lo sappiamo ancora, ma gli anni ’80 sono appena iniziati. Io scopro che a settembre dovrò andare all’asilo.

Il 9 maggio, in via Caetani, nel baule di una Renault 4 rossa, viene rinvenuto il cadavere di Aldo Moro. La scelta della via è simbolica. Si trova a metà strada tra la sede della DC (Piazza del Gesù) e quella del PCI (Via delle Botteghe Oscure), i due partiti che con più vigore hanno sostenuto la strategia della fermezza. L’epilogo era probabilmente inevitabile, e a nulla sarebbero valse impensabili trattative. I veleni di quei giorni, hanno in ogni caso inquinato la storia e la politica italiana sino ai giorni nostri.

Lo stesso giorno, Peppino Impastato, giornalista, attivista, poeta, figlio di mafiosi sfuggito alla cultura in cui era stato cresciuto viene ammazzato su ordine di Gaetano Badalamenti. Lo ricorderà ne I Cento Passi, Marco Tullio Giordana, e nella splendida I Cento Passi (che ne è colonna sonora) i Modena city Ramblers.

Mia madre torna a lavorare. Mio padre continua a partire e tornare. Io sto spesso col nonno. Siamo tutti felici, perché la felicità, in fondo, é davvero un pollice e una coperta.

Il 1° giugno, in un’Argentina martoriata dalla dittatura, dove decine di migliaia di ragazzi, le menti migliori di quella generazione, scomparvero senza più tornare, prende l’avvio il Mondiale di calcio. Per l’Italia il c.t. è Bearzot, che porta con sé un gruppo giovane e inesperto che costituirà l’ossatura della squadra dell’82. Siamo primi nel girone, davanti ai padroni di casa, che battiamo anche con un gol di Bettega. E secondi, nella seconda fase a gruppi, dietro ad un’Olanda dal calcio meraviglioso e sfortunato. Troppo belli, per vincere pure qualcosa. Finiamo tra i primi quattro, sconfitti nella finalina dal Brasile. Seconda l’Olanda dietro ai padroni di casa, che offrono pure un motivo di fregio all’orrido regime che li governa.

L’8 luglio, al termine di un periodo durissimo, culminato con le dimissioni di Giovanni Leone per lo scandalo Lockheed, diventa Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Socialista. Partigiano. Una persona perbene. L’Italia ha bisogno di qualcuno da amare. E lui è quel qualcuno. Come lui, più nessuno mai. Perché non fu il migliore, ma il più adatto semplicemente.

Il 18 agosto Vittorio Emanuele di Savoia, sull’isola di Cavallo, uccide un ragazzo tedesco. Ho solo quattro anni, e non mi rendo conto di quanta fortuna avemmo, nonostante tutto, nel 1946

Il 17 settembre, sotto l’egida di Jimmy Carter (che non sarà rieletto perchè troppo bravo in politica estera per essere apprezzato anche all’interno) vengono siglati gli accordi di Camp David in base ai quali la penisola del Sinai conquistata da Israele durante la guerra del Kippur viene restituita all’Egitto. In cambio l’Egitto è il primo Paese arabo a riconoscere Israele.

Il 28 settembre, muore Papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, patriarca di Venezia. Era salito al soglio pontificio esattamente 33 giorni prima. Si era da subito posto come grande riformatore e sulle cause della morte ci sarà sempre un alone di mistero. Per trovare un altro pontefice con la stessa spinta alle riforme occorrerà attendere Papa Francesco I, al secolo Jorge Bergoglio. che per non sbagliarsi vive in comunità e si alimenta al desco comune.

Io inizio, con un anno di ritardo causa espatrio, la scuola materna. Mia madre, per questioni meramente logistiche, mi indirizza dalle assai poco materne suore. Comincio a maturare una certa avversione per le istituzioni ecclesiastiche, che si concreterà più avanti.

Il 16 ottobre, sale al soglio pontificio un cardinale polacco, Karel Wojtila. Primo Papa non italiano da secoli, al momento dell’elezione ha solo 58 anni. Il suo sarà uno dei pontificati più lunghi della storia, e segnerà in maniera indelebile l’ultimo ventennio di storia europea.

Io proseguo nella mia maturazione. E il risentimento nei confronti delle suore aumenta.

A novembre nulla da segnalare, se non il fatto che io seguito a rompermi le palle, benchè non interessi praticamente a nessuno. In compenso mi ammalo un giorno sì e l’altro anche. Il pediatra scopre il Bactrim e la Roche scopre me. Io scopro invece che, se son malata, posso stare a casa. Vantaggio non trascurabile.

Il 23 dicembre, promossa dal ministro Tina Anselmi, viene approvata la legge 833/78 con cui viene istituito il Sistema Sanitario Nazionale. E’ un criterio di copertura universale ed egualitario, che va a sostituire le mutue professionali. Prima di criticarlo, provate a star male negli Stati Uniti e a non avere a tiro una carta di credito. Poi, ma solo poi, ne parliamo.

Io ho 4 anni, qualche mese e subisco la prima delusione da Babbo Natale, chiedo la sparizione delle odiate suore. Che a gennaio, manco a dirlo, sono ancora lì. Ma quello è l’anno di grazia 1979, ed è, ovviamente un’altra storia.

1974

E’ un anno così.

A gennaio, mentre sono ancora un embrione e mia madre sta cominciando a vomitare l’anima con discreta regolarità, a Washington, Richard Nixon è nel pieno dello Scandalo Watergate, che lo costringerà alle dimissioni in agosto.

In Italia siamo in pieno doroteismo, e a marzo, cade il IV Governo Rumor, seguito, a porchi giorni di distanza, dal V Governo Rumor, che noi, si ha fantasia. Nel mentre, Iva Zanicchi trionfa a Sanremo con ‘Ciao cara, come stai?’, e si prende atto che manco la musica consola. Trent’anni dopo, la Zanicchi medesima diventerà eurodeputata, costringendoci a domandarci se non sia vero che si stava meglio quando si stava peggio.

Il 25 aprile, in Portogallo, la Rivoluzione dei Garofani pone fine in modo non violento alla dittatura salazarista. Mio padre ha tanti amici lì, ed é felice. Mia madre continua a vomitare, e si rallegra pur avendo altro a cui pensare.

Il 28 maggio, a Piazza della Loggia, una mano, 40 anni dopo ancora ignota (ma siamo in italia, e c’è tempo), uccide 8 persone e ne ferisce 101. Colpendo vigliaccamente una manifestazione sindacale tanto pacifica quanto inerme. La rivendicazione è di Ordine Nuovo. Il sospetto, è quello di un coinvolgimento, neppure marginale, dei servizi segreti deviati. Io sono in viaggio. E trovo la situazione poco entusiasmante. Pertanto continuo a far vomitare l’incolpevole gestante.

Il 13 giugno, fischio d’inizio dei miei primi Mondiali di Calcio. Germania Ovest (che il muro era ancora da abbattere, e ci sarebbe voluto tanto tempo ancora). L’Italia, reduce da Messico ’70, si presenta colma di speranze e forte del suo ruolo di vice-campione del mondo. Negli occhi degli italiani, le immagine dello storico Italia-Germania 4-3. Il problema è che il ct Valcareggi, convoca quasi tutti gli eroi di Messico ’70, che sono, appunto dei reduci.

L’Italia vince, faticando, 3-1 con Haiti, pareggia, tra gli stenti, con l’Argentina, e conclude in gloria prendendole dalla Polonia 2-1. Si torna a casa al primo turno, nell’indignazione generale.

Giovanni Arpino, giornalista e scrittore straordinario (suo, tra gli altri, ‘Il buio e il miele’ da cui sarà tratto Profumo di donna, e più tardi Scent of a woman), segue i Mondiali per la Stampa di Torino. Su quella spedizione senza gloria, scriverà un libro bellissimo Azzurro Tenebra, in cui salverà di fatto solo Giacinto (Giacinto Facchetti) tra i giocatori e il Vecio (cioé Bearzot), nello staff tecnico. E il libro, se non l’avete letto, leggetelo, che è un gioiellino.

I mondiali alla fine li vinceranno i padroni di casa, capitanati da uno dei giocatori più antipatici della storia dell’uomo, Franz Beckenbauer

Il 23 luglio, in Grecia, cade la dittatura dei Colonnelli che aveva afflitto il Paese dal 1967, e che fu tra le più dure che l’Europa del ‘900 ricordi (nonostante passi spessissimo sotto silenzio). Mio padre è sempre più felice, che aveva amici pure lì. Mia madre, non si vede più i piedi e gioisce con partecipazione, se non altro, a un mese dal parto, ha almeno smesso di vomitare.

Il 4 agosto, altra mano ignota mette una bomba nella carrozza numero 5 del treno Roma-Monaco. La bomba esplode a San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino, all’uscita da una galleria. 12 morti e 44 feriti. Il Paese non ha più neanche gli occhi per piangere. Quindici giorni dopo, più o meno, nasco io. Si prega di non trovare nessi, grazie.

Il 12 settembre, un colpo di stato mette fine all’Impero di Etiopia, e depone Hailé Selassié per sostituirlo con una dittatura di stampo marxista. Mio padre, corre con discreta energia sulla pista dell’aeroporto di Addis Abeba, cercando di non farsi ammazzare, mentre sale sull’ultimo volo Alitalia in partenza da Addis Abeba, prima della chiusura delle frontiere. Mia madre, perde l’abituale aplomb, e, a quel punto, si incazza.

Il 2 ottobre, la FIAT mette in cassa integrazione 65.000 operai, e un mese dopo l’Alfa Romeo riduce l’orario ad altri 13.000. La peggior crisi economica che l’Italia ricordi. Poi è arrivata questa. Per dire, un memento per ricordarci che tutto passa.

Novembre e dicembre ci fanno la grazia e l’anno si conclude senza ulteriori scossoni.