Scrivimi, servirà a sentirti meno fragile

A proposito di ricordi. La mia prof. del ginnasio, quando leggeva i nostri temi, issava uno sguardo a metà strada tra lo schifato ed il bonario, ed esalava: ‘O tempora, o mores!’

La prof. del liceo, nei temi, aveva una scala voti che partiva dal 7 e mezzo. ‘Niente di personale, ragazzi. Ma siete studenti del liceo, non Leopardi e neppure un romanziere d’accatto. Con un 7 e mezzo ce n’è d’avanzo.’

Mi sono tornate alla mente entrambe, mentre questa mattina leggevo l’ennesima mail del cazzo.

Testo: ‘Ti briffo ASAP’. Il briffatore, per la cronaca veleggia verso i 60. E io, delle Olgettine potrei essere, al massimo la mamma o la vecchia zia. Che poi, tra ‘Ti briffo ASAP’ e ‘Ti faccio sapere’ c’è una differenza in soldoni di numero 2 caratteri. Un risparmio di un nanosecondo. Al massimo ti ci infili un dito nel naso.

Comunque, solo nella corrente settimana, oltre al ‘ti briffo ASAP’, ho collezionato pure un:

– sono a tua disposizione 24/7/365.

Mi son tenuta dal rispondere: anche mentre scopi? anche mentre caghi? anche mentre dai un bacio ai tuoi figli? Ma va’ tranquillo, che, parafrasando Woody, Dio e morto, Marx è morto e pure noi siamo ben incamminati.

– stay tuned.

Guarda lo so che da piccolo volevi lavorare a Radio DeeJay, ma la vita ti ha riservato altro, rassegnati.

– ci brainstormiamo venerdì?

No. Non vedo cosa potremmo condividere, cara.

Ed è solo giovedì. Non sono fissata. E’ che credo esistano modi e forme. E che ci si potrebbe astenere dall’essere ridicoli. O patetici.

Sul muro alle mie spalle, in ufficio, ci sono appese:

– una carta geografica, per calcolare le distanze rapidamente e trovare soluzioni logistiche al volo.

– Una mano, fotocopiata. Quando son depressa, e cerco consolazione, mi appoggio alla fotocopia. Quella mano, con ogni probabilità, è l’unica che mi verrà battuta sulla spalla.

E poi c’è una mail ricevuta un anno e mezzo fa, che recita:

Carissima, se mi dai feedback asap possiamo fare un recap ed organizzare un meeting in una location cool.

Perchè quando perdo il senso della misura, la leggo e mi ridimensiono al volo.

26 pensieri su “Scrivimi, servirà a sentirti meno fragile

  1. I-me, u r d best!
    … 🙄
    p.s. partiva dal sette e mezzo, in giù fino a dove? ché il ragionamento lo capisco, ma fino a un certo punto, dato che il termine di confronto non è leopardi morto e sepolto ma è il pischello della classe a fianco, che magari si trova il/la prof con la scala di voti dal 4 al 10 anziché dallo 0 al settemmezzo… come dire, sul singolo tema fa poco e mi può anche star bene come ragionamento, se si fermasse lì, ma quando alla maturità delle mezzeseghe si portano a casa quei due-quattro votini in più che poi ti fregano al test di architettura o medicina o psicologia, e capisci per la prima volta che una delle peggiori pecche di un sistema teoricamente meritocratico è proprio la mancanza di uniformità delle valutazioni, i coglioni di un ventenne è anche legittimo che inizino a girare un po’, no?

    • Mai sotto al cinque. A livello generale, il problema non era tanto interno (la sua dirimpettaia la pensava uguale, e il pischello della classe a fianco se la passava male quanto noi) ma esterno, ma la difformità nella valutazione è un problema che non si ridolve, purtroppo, solo con la scala

  2. Io le abbreviazioni le uso tutte, ma solo negli sms, e non di lavoro, ma degli amici. E mai nel mail. E quelle cose lì comunque non le scrivo! Detto questo la tua prof., lo dico io anche a nome di RS, era una delle ennesime maestrine italiane con il complesso della poesia dentro, e che di votazioni non aveva capito niente (e dunque qualcosina pure di scuola forse aveva ancora da imparare), ché una scala di valutazione non è un totem e non è assoluta, né ontologica (ma oltre alla poesia estetizzante c’entra di nuovo parecchio anche il criptocattolicesimo, in questo, perché tutte le volte che valuti pare tu ti debba confrontare con l’assoluto). E’ una scala di valutazione di una prova. Dunque Leopardi non c’entra proprio una mazza. E una scala di misurazione è utile se si usa tutta. Se no, banalmente, si cambia per una più adatta a misurare.

    • Ecco, hai centrato il punto. Somo mail di lavoro. Non scrivi esattamente quel che ti pare e come ti pare. E fra l’altro farebbe educazione, pure, salutare. Che pure quello par caduto in disuso. Sulla maestrina. Lo era. Però ne ho complessivamente un buon ricordo. O tempora o mores, era assai peggio. Umanamente, intendo. Sulla scala di valutazione, son concorde.

  3. Su tutto io ho un problema con quelli, italiani, che concludono con BR (che in italiano vorrebbe dire anche altro eh!) e poi l’iniziale del nome puntata.
    BR
    F.
    Ora, F, se usi il best regards che è pure un saluto formale che CS non ti piaceva, fammi la grazia di mettere nome e cognome, soprattutto se la tua non è una email aziendale e leggo roba tipo fedechicco70@tiscali.it … Che F. non lo userebbe manco mio fratello quando è davvero di fretta. E ora vado a copiarti e fotocopiarmi la mano. (Magnifica)

  4. Ho dovuto rileggere per capire.Confesso di non conoscere questi modi di scrivere.
    Io uso la punteggiatura anche negli sms e odio le abbreviazioni.Sulle votazioni,da insegnante e per giunta di pianoforte,dico che se dovessimo valutare gli allievi in base al sacro riferimento dell’Assoluto inteso come Bello non ne uscirebbe vivo nessuno.E la cosa riguarderebbe anche noi.Di Pollini e Benedetti Michelangeli ne nasce uno ogni tanto e questo è un dato oggettivo.
    I prof stretti di manica secondo me hanno qualche trauma scolastico o peggio qualche frustrazione irrisolta.E Amme ha ragione da vendere.

  5. io odio l’inglese x partito preso, quindi quando mio marito ieri ha detto la parola “swicciare” credevo che mandasse x traverso anche la lingua….il massimo però è stato un fornitore che mi ha detto che loro sono specializzati in P.M. I pronunciando la I all’inglese, quindi PM.AI……..

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