E di nuovo cambio casa

Solo che stavolta l’abbiamo cambiata davvero. Uomo, donna, bambina, gatta. Abbiamo imballato cazzi e mazzi e ci siamo trasferiti.

Una roba epocale, da non augurare a nessuno.

Gli ultimi scatoloni li svuoteremo a primavera (ammesso che non restino imballati in garage sine die, ovviamente).

Ad un certo punto, iome, con l’aplomb che le è proprio ha esclamato: ‘il prossimo trasloco lo farò al cimitero cittadino, coi piedi in avanti, munita solo di bagaglio a mano, e, soprattutto, l’organizzazione sarà a carico di qualcun’altro.’

Si dice che traslocare sia la più grave forma di stress dopo la morte di un congiunto.

Alla fine, siamo onesti, non è niente di eccezionale, il trasloco. Si tratta di prendere le cose che si trovavano nella casa dove si viveva in tre da parecchio tempo, infilarle negli scatoloni, scrivere sopra con una certa precisione cosa ci sia dentro, vedere caricare suddetti scatoloni sull’autoscala e vederli ricomparire nella casa nuova.

Certo c’è il secondario dettaglio che quegli scatoloni dovrai sballarli, dopo averli sballati. Che non ti ricordi più dove cazzo sia finito lo scatolone con la biancheria.

Che ti hanno smollato nel mezzo della sala un numero di scatoloni grazie al quale potresti ricorstruire la Grande Muraglia Cinese in scala.

Che ti distrai un attimo e ti accorgi che tuo marito sta, con assoluto senso delle priorità, armeggiando per mettersi in funzione lo scatolotto del wireless, anziché, più utilmente attaccarti la lavatrice.

Che una mandria di gente ti sta sciamando per casa, chiedendoti cose che non sai, di cui ti frega nulla, a cui rispondi assolutamente a caso, sebbene tu sappia, con assoluta certezza, che una di quelle domande ti si ritorcerà contro nel momento meno adatto.

E comunque no, traslocare non è la più grave forma di stress dopo la morte di un congiunto. Però può esserne tranquillamente la causa.

 

25 pensieri su “E di nuovo cambio casa

  1. Pensa a me che l’ultimo trasloco l’ho fatto a mille km di distanza da dove stavo prima.
    Quando ho visto il tir del corriere andare via ho sperato solo che imboccasse l’autostrada giusta e che le mie cose non finissero in un ameno paesello del Trentino Alto Adige.
    Invece che in Toscana. 🙄

  2. Il wireless SAREBBE la vera priorità, se ci fosse una linea telefonica.I miei due ultimi traslochi sono stati caratterizzati da un mese di digiuno telematico, la cosa più simile alla tortura che abbia mai conosciuto.
    Ma sono sempre stata organizzatissima, mettendo ogni volta le cose davvero indispensabili in una cassa a parte, che evidenziavo con gran cura.
    E che spariva nel nulla fin quando non avevo ricomprato l’indispensabile in questione fino all’ultimo pezzo di sapone mentre da ogni parte saltavano fuori cose perfettamente inutili.
    No, non è stressante come la morte di un congiunto. Ma è stressante, questo sì. Parecchio.
    Solidarietà completa e totale e possa l’apertura delle casse esserti lieve.

  3. Ma sai che io non mi stresso a traslocare? Traslochi ne ho fatti parecchi negli ultimi dieci anni, quasi tutti da sola, imballando e sballando da sola, in due casi da gravida in stadio avanzato, ed è sempre tale la voglia di entrare in una casa nuova che non mi turba… Almeno tu hai un marito che attacca il wifi! 🙂

  4. Dovrei essere già riemersa dal mio trasloco e invece sono in uno stato apatico dove l’unica cosa che voglio fare é guardare americanate in TV. Il grillo parlante della mia coscienza mi dice che invece dovrei lavorare per recuperare tutto il denaro speso in questo mese abbondante di movimenti e imballi e disimballi. Invece il mio istinto mi porta in tutt’altra direzione, probabilmente verso il cimitero.

  5. Ahahahah! Vivo per miracolo! noi eravamo al quinto piano senza ascensore e io gli feci portare la Treccani completa di storia dell’arte medioevale e poi due mesi dopo la regalai alla scuola perché non sapevo proprio dove metterla. E la dovette riportare giù .

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