C’è sempre un momento nella vita in cui si smette di essere giovani. Non c’è una data, e neppure un’occasione. Succede.
Nella cabina dell’ascensore, in cui improvvisamente ti danno del lei.
Mentre parli con dei ragazzi e ti accorgi che Craxi, loro, l’hanno studiato, e invece tu te lo ricordi, sudato, con la canottiera sotto la camicia che arringa la platea da un palco congressuale, alle spalle un’improbabile piramide.
Quando fai una domanda, ma dentro di te c’è già la risposta, perché è già accaduto.
Quando il male continua ad indignarti, ma smette di stupirti.
Quest’anno, sono 42. A giorni, sono 42. Se dessimo retta alle statistiche, come Dante sarei nel mezzo del cammin.
Non importa. Mi piacciono gli anni che passano. Mi piace voltarmi e vedere volti, storie, lacrime, sorrisi. Mi piace avere un passato. Oltre che, sperabilmente, un futuro.
E mi piacciono questi giorni col fiato corto. Perché il punto, forse non è aggiungere giorni alla vita (che comunque è auspicabile) ma vita ai giorni.
e non sarà mica un caso se “la risposta alla vita, l’universo e tutto quanto” è 42, no? 😉 auguri anticipati (ma spero di ricordare anche il giorno giusto!) p.s. la questione dei riferimenti anni 70/80 è diventata lentamente quotidianità con la maggior parte dei miei colleghi, essendo il ricambio generazionale abbastanza rapido. il vero dramma non è stato il realizzare di parlare di craxi o spadolini a persone che (a malapena, poi) li hanno solo studiati ma il giorno in cui, sempre gloria alla riforma gelmini, sono diventati miei colleghi tecnici con laurea breve e qualcuno – riferito a me e a un’altra collega – ha proferito un: “potrebbero essere vostri figli”, con tutte le ragioni biologiche del caso.
Comincia a capitare anche a me. E qualche volta sono pure contenta che non lo siano, figli miei.
ah, guarda, quello finora assolutamente sempre!
E comunque per i capelli bianchi ce la tintura! 😉
Da anni, quella. Che tutta canuta sono (da quel dì) :-*
I modi di dire ci tradiscono! Niente di peggio di fare una battuta (che so…una citazione del Trio, visto che la povera Marchesini ci ha lasciato da poco) e non trovare sponda nell’interlocutore che ti guarda perplesso e ti dice: “ah pà, ma che stai a dì?”
Non me lo dire. Quell’attimo di gelo in cui capisci che non è che non hanno capito, è che proprio non sanno di che parli
È vero, c’è sempre un momento che fa da spartiacque. Prima non era, dopo è.
(Io capelli bianchi ne ho solo 7. Provo ad estirparli ma hanno la vita di 77 gatti e, purtroppo, ricrescono. Ma almeno per loro un rimedio c’è! )
Io li ho quasi tutti. E rimedio, da tempo. E si c’è sempre, quel momento
E’ una banalità lo so, ma avendo passato anche i 42 so che è vero: si è giovano finché si coltivano i desideri e la curiosità. A me danno del lei o del tu così, a capocchia, e mi va bene in entrambi i modi. “Non sono una signora” (cit.), ma non sono neanche una ragazzina. Non sono più giovane ma lo sono ancora. Dipende dai giorni. Sono d’accordissimo con quello che dici,è bello avere un passato, e pur sperando di aggiungere giorni alla vita, rendersi conto che la vita, ai giorni, possiamo scegliere noi di aggiungerla 🙂
Il lavoro di medico mi aiuta (anche se io non sono così, mmm, maturo da ricordare Craxi “di persona”, se non nei tempi di Ammamet). I pazienti sono spesso molto anziani e per loro sei sempre giovane… o almeno credo :-).
Finché una mattina un paziente giovane ti guarderà pensando che sei anziano 😉 E comunque io, Craxi me lo ricordo presidente del consiglio, nei primi anni 80. Aveva 50 anni, poco più vecchio di me ora, per dire
Oh, e il tempo passa eh :-). Però tu a poca distanza da lui come età, non sei mica come lui. Il tempo è il più saggio, perché svela ogni cosa (cit.) ;-).
Bimba, io lo scorso maggio ne ho finiti 59, e non dico altro 🙂 però, a modo mio, mi sento ‘non vecchia’, se non altro per i progetti: meditiamo di andare a stare negli USA, tra qualche annetto, e questo mi dà uno sprint inaudito (sai cos’è, lo sprint, vero? 😉 )
Più o meno, cara. Anzi more or less, così cominci ad allenarti 😉
😀
Visto che l’anno scorso era venuto bene io rinnovo l’invito e l’augurio…un terno da leggere per Ferragosto https://giacani.wordpress.com/2016/08/13/un-altro-terno-per-ferragosto/
Che ti diano del “lei” è uno dei segnali che il tempo passa, anch’io ho provato e provo questa sensazione da qualche tempo. Inizialmente ci son rimasto male, ora tento di abituarmi. Buoni giorni di vita! ☺
Auguri, allora:
tutta saggezza, penso.
Io, in questo bel mese di agosto, ho varcato la fatidica soglia dei 50 e sento più che mai l’esigenza di far mia la tua ultima frase: aggiungere vita ai giorni