Sarò politicamente scorretta. Se c’è una cosa che mi fa scendere le palle è il buonismo imperante.
Proviamo a comportarci da adulti (atteggiamento che fa inorridire la maggior parte dei politici nostrani). E cominciamo col dire, fin da principio, che non esiste una ragione al mondo per cui il Governo, lo Stato o Bankitalia debba provvedere al rimborso delle obbligazioni emesse da Banca Etruria.
Lo Stato, in sé, non ha obbligo alcuno nei confronti delle Banche in senso assoluto (che poi, nei fatti, in qualche modo intervenga nelle questioni che si presentano rientra in quel concetto di pace sociale che è pilastro portante di ogni democrazia).
Chi ha degli obblighi, ben definiti e normati, è Bankitalia, che è tenuta a tutelare i correntisti (e ribadisco solo i titolari di conti correnti). E pure la tutela dei conti correnti è a concorrenza. A concorrenza implica che Bankitalia è tenuta a tutelare i correntisti sino a 100.000 Euro per depositante e per Banca. Pertanto, se siete i fortunati possessori di somme che superano i 100.000 Euro, oltre a complimentarmi con voi, vi suggerisco, ma caldamente proprio, di suddividere i vostri averi in conti correnti di importo non superiore a Euro 100.000 e di aprirli in banche differenti. Se vi diranno che così ‘prenderete meno interessi’ è vero. E’ vero anche che quello 0.5% in meno che guadagnerete va a garanzia di non perdere il capitale. A questo punto, se scegliete diversamente, son cazzi vostri e non piangete.
Poi esistono prodotti finanziari diversi che vengono venduti dalle banche e che possono essere prodotti delle banche stesse o prodotti di terzi (per esempio aziende quotate in Borsa).
In genere i prodotti finanziari in vendita sono di tre tipologie:
BOT e BTP emessi dal Tesoro. Essendo emessi dal Tesoro sono titoli di Stato. Ciò non inganni. Con l’istituzione del fondo salva-stati nel 2013, è caduto l’obbligo per il singolo stato di garantire i titoli. Quindi se lo Stato fallisce sono, nuovamente, cazzi vostri. Detto ciò sono comunque i meno rischiosi poiché l’eventualità di un fallimento, comprando titoli di Paesi della UE, è piuttosto ridotta. Prova ne sia che i tassi di interesse sull’investimento sono risibili. Resta comunque da vedere se il tasso d’interesse valga il rischio che pure continua ad essere esistente.
Fuori dal circuito dei titoli di stato esistono due possizibili opzioni, azioni e obbligazioni.
Sono tipologie di investimenti differenti: con l’acquisto di azioni si diventa titolari di quote che rappresentano parti del capitale sociale e si partecipa così sia agli utili che alle perdite della società. Attenzione anche alle perdite.
Con l’acquisto di un’obbligazione, invece, si presta del capitale ad una società, e per un periodo di tempo determinato, in questo periodo vengono percepiti degli interessi.
Messa così le obbligazioni hanno, è evidente, un profilo di rischio inferiore rispetto alle azioni.
Il problema è che non è esattamente così, perchè di obbligazioni ce ne sono diverse tipologie, con profili di rischio più o meno elevati.
Le obbligazioni emesse da Banca Etruria avevano un profilo di rischio elevatissimo, perchè per la loro stessa natura di obbligazioni subordinate sono una particolare categoria, il cui rimborso in caso di fallimento è, per l’appunto, subordinato a quello dei creditori ordinari (privilegiati e chirografari).
Pertanto hanno una natura che le accomuna più alle azioni che alle obbligazioni poiché chi le acquista partecipa a tutti gli effetti al rischio d’impresa.
Stante che in caso di procedura fallimentare il portatore viene soddisfatto per ultimo, la probabilità di perdere il 100% del capitale investito è elevatissima.
E’ una situazione, questa, non diversa da quelle Cirio, Parmalat, Telecom, solo per citare alcuni casi. E anche lì, mica il Governo è andato in soccorso dei risparmiatori gabbati.
Altro punto: sui prospetti, lo assicuro, le condizioni sono scritte. Che poi siano scritte presumendo una certa competenza da parte del firmatario è altra questione.
E che esista una percentuale di dolo, anche elevata, da parte di banche e funzionari, è senz’altro un dato di fatto.
Ma se una persona che abbia vissuto in italia o in Europa dal 2008 a oggi mi dice che si fida delle banche, con tutto il rispetto, ci sta mettendo del suo.
L’opzione più probabile, è che, di fronte al consulente bancario, ai risparmiatori sia stato prospettato un ottimo guadagno generato dagli interessi (veritiero). Per fare un esempio un’obbligazione subordinata ha un rendimento (lordo) del 2,9%, un BTP decennale del 1,5%, un obbligazione ‘senior debt’ (che rientra tra i crediti privilegiati e viene quindi pagata) all’1%.
Certo i dolosi funzionari (e sono delle merde, diciamolo pure) avranno elargito consigli dicendo che queste opzioni sono più tranquille ma meno redditizie, mentre le altre solo ‘un po’ più rischiose’ hanno un rendimento decisamente più soddisfacente.
Però, cazzo, il funzionario non è tuo figlio, e tu una mezza domanda davanti al fatto che un’obbligazione rende più del doppio di un’altra dovresti fartela.
Perchè la fa facile, Salvini, a sfruttare la rabbia popolare ma la realtà è che oggi il risparmiatore ha davanti a sé una giungla di opzioni, e nella giungla, si sa, o ti salvi da solo o soccombi.
E investire, ricordiamolo, non è né un obbligo di legge, né un adempimento indispensabile. E’ una scelta. E di fronte ad una scelta, si può anche dire di no ed alzarsi dal tavolo.
E sì, si può anche non investire e vivere felici.
I nostri tre euro messi da parte giacciono felici senza interessi nel cc o al massimo in un conto deposito, quando si alza il livello che da tre euro diventano cinque ci pensiamo noi goderceli e a far ribassare il livello.
Che è una strategia sensata assai, invero
io ancora una volta ti ringrazio per il tempo speso a chiarire concetti che sembran banali ma per dummies come me non lo sono. personalmente, mi fermo al livello precedente, quello etico, ed è quello per cui l’immoralità prima per me non è avere più di centomila euro (cara grazia, sarei ottusamente classista), ma l’idea che il denaro generi denaro senza che tu muova un dito. con questo concetto non ho ancora fatto (né credo farò mai) pace.
Che il denaro generi denaro senza muovere un dito mi andrebbe anche bene, qualora fosse doverosamente (e onerosamente) tassato. Se doverosamente tassato sono abbastanza convinta del fatto che molti tornerebbero ad investire in attività meno virtuali che generano, collateralmente, posti di lavoro. La finanza è parte dell’economia. Però se finanza ed intermediazione finanziaria diventano il solo perno dell’economia, il problema c’è ed è grave. Per inciso credo di essermi raramente stracciata i maroni come agli esami di finanza ed intermediari finanziari.
Grazie per l’articolo, molto chiaro. Qualcosina ne capisco, giusto perché sono una dummies molto testona e chiedo continuamente delucidazioni a chi mi propone questo o quello, ma trovare le linee essenziali riassunte tutte insieme è molto utile. Stamperò la pagina e la terrò come promemoria da ripassare per quando, in un’altra vita, farò altri investimenti 🙂 Buon fine settimana a te e a tutti i lettori.
Che poi è l’atteggiamento giusto. Chiedere. A domanda rispondono, sempre. Il fatto è che spesso non vengono fatte quelle domande
E ancora non c’è stato il resto del botto con Veneto Banca e Popolare Vicenza (più altre 6 BCC in Veneto). Con un’aggravante: qui investivano anche tante, troppe imprese familiari.
Attendiamo il prossimo corollario di lacrime e servizi televisivi
Ho appena sentito alla tivù uno, in una trasmissione mooolto famosa fascia preserale fine settimana dire che i bancari dovrebbero essere come i medici di base e che come questi ti curano e ti assistono nella malattia, loro, i bancari, devono curarti e assisterti nel risparmio, non depredarti. A proposito di buonismo e anche di dummies, se posso permettermi.
Se è chi penso io, l’ha scritto anche sul noto quotidiano di cui è o era vice direttore. Lo stesso quotidiano di una nota azienda che fabbrica mezzi di locomozione e di cui su quel quotidiano non si dice MAI male. E comunque io non mi fido manco del medico di base, per dirla tutta
E un’altra volta sei stata chiarissima e completa. Complimenti, come sempre.
Come sempre ti leggo con piacere e condivido i tuoi argomenti.
Grazie, buona giornata 😊
Grazie a te
Post chiaro e condivisibile.
Peesonalmente non investo in nulla, per pigrizia, per lo stesso dubbio espresso da ammenicolidipensiero, per paura di sbagliare investimento.
Sull’alzarsi dal tavolo e non accettare le proposte del bancario di turno concordo in pieno.
L’ho fatto non molto tempo fa quando il tipo della banca che “curava” i miei interessi mi propose
dei “derivati sicuri”, con spiega dettagliata di cosa significasse quel sicuro.
Chiunque metta le parole ‘derivati’ e ‘sicuri’ nella stessa frase dovrebbe essere preso a randellate sulle gengive.
Non sono mai andata oltre i conti deposito ma so che quando non capisco o non so abbastanza è ora di alzarsi e lasciare il tavolo di gioco.
Il problema, è che la gente è avida prima, e si sente gabbata, dopo.
bel post
Grazie
Mi è piaciuto molto un intervento sulla questione della richiesta, da parte dei truffati manifestanti, che la comunità (lo Stato, ovvero tutti noi) gli restituisca tutti i loro soldi:
“Ma questi vogliono ora che le cose gli son andate male che facciamo parte con loro: ma se gli andavano bene avrebbero fatto parte con noi dei loro guadagni ?”
Era (per inciso) la stessa richiesta di “solidarietà” di Sindona, ai tempi…
Anonimo SQ
Prova a mandare il tuo IBAN a uno cui è andata bene, e poi fammi sapere 😀
io non sono una buona, si sa. Mi dispiace sinceramente per chi ha perso i propri risparmi ma credo che ci sia una libertà di scelta nell’investimento.
Che, per l’appunto, mica è un obbligo è una scelta.
quelle poche volte che vado in banca e devo parlare con qualcuno la frase che mi viene regolarmente detta è: “ma perché tiene questi soldi solo nel conto, che non fruttano niente?”. La prossima volta rispondo: “perché non fruttano ma manco scompaiono a meno che non li spendo io (non tu)”