Prendete un luogo di fantasia, Pineta.
Quattro vecchietti saccenti e pettegoli, un barista (o barrista, come direbbe lui) nipote di uno dei quattro, seduti ai tavolini del bar, un commissario inadeguato, una ragazza trovata morta in un cassonetto. Aggiungete abbondante vernacolo toscano.
Il libro di Malvaldi (questo, ma anche i successivi) è in fondo tutto lì. La sensazione è che l’autore voglia soprattutto raccontare squarci di realtà, in forma a volte ironica, a volte ridicola. Il risultato qualche volta è esilarante, altre vagamente eccessivo.
Come il vernacolo toscano, il cui uso, a volte, sembra un po’ eccessivo a discapito della scorrevolezza dell’insieme.
L’intreccio giallo è abbastanza inconsistente, con un finale tirato via e una scarsa introspezione psicologica dei personaggi.
L’omicidio sembra quasi un diversivo su cui fare interagire i personaggi.
Un libro che consigliare sarebbe eccessivo, e sconsigliare pure. Son quei libri che stanno nel limbo, quei libri che leggi, che vanno via veloci, e che ti lasciano poco.
Non un buon libro, dunque, ma neppure un pessimo romanza. Accostarlo però a Camilleri, o a Manzini pare fuori luogo.
Sia per qualità della trama che per la scrittura che risulta più faticosa e contorta. E che soffre un po’ di questo bisogno di far ridere a tutti i costi e di buttarla continuamente in caciara.
Tutto questo, naturalmente, per il venerdì del libro
Non ho mai letto Malvaldi, magari è buono per un pomeriggio d’ozio? O meglio Grey’s Anatomy? 😀
Un pomeriggio d’ozio, non di più. Con Grey’s in sottofondo. Tanto non serve troppa concentrazione 😀
di malvaldi ho scaricato e non ancora letto le regole del gioco, ma per ora non è ancora scattata la scintilla. ti farò sapere.
Attendo. E magari lo provo fuori dall’ambito del BarLume.
Ma sono i libri che hanno ispirato la serie tv I Delitti del Bar Lume? La versione cinematografica con Timi non è male, o forse è lui a non essere affatto male 😉
Sì. Ed è una delle rare volte in cui la versione cinematografica è migliore di quella letteraria. Peraltro concordo, Timi non è male. Proprio per niente. 😉
Non ricordo una scrittura particolarmente contorta, ma ricordo benissimo – come la descrivi tu – la voglia di far ridere a tutti i costi. Alla lunga, stanca.
Fuori dal BarLume ho letto “Le regole del gioco” (qui una breve recensione: http://wp.me/p3JIb0-3xb) e posso assicurare che la strategia è la stessa, i risultati pure.
Malvaldi è supponente, presuntuoso, pretestuoso e sopravvalutato. Ti perdono il fatto di avergli concesso l’onore della recensione solo perché ne parli (abbastanza) male. 😉
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Io non l’ho letto… ho avuto modo di incontrare l’autore ma, nonostante ciò, non sono stata stimolata a cercare suoi libri…