Diranno non ti agitare che non serve a niente

E’ una riflessione che viene da lontano, e ogni tanto torna su, come la bagna cauda.

Però il senso ultimo di ciò che vorrei dire me l’han dato il post di ammennicoli sui vaccini, il post di ieri e i commenti collegati.

Non è che si parli di nuovo strettamente di vaccini (eccheppalle, sennò).

Argomento del giorno è quanto massicciamente il Sistema Sanitario Nazionale e tutto quel mondo più o meno ufficiale che gli vortica intorno caghi il cazzo al genitore moderno nei primi anni di vita della creatura.

Si comincia all’ora zero. Dove ho partorito io, almeno. Sei lì, ancora mezzo rincoglionita da una faccenda che sarà anche naturale, ma, insomma, discretamente impegnativa.

E da una nottata trascorsa con le contrazioni (per carità di Dio, c’è di peggio), dove non è che hai dormito tutto sto che.

Ti sei appena fatta una doccia e cambiata e ed esci un po’ sfatta dalla sala parto spingendo una specie di carrozzina con dentro l’infante, rosea, paffuta, pulita e profumata nella sua tutina in cui è stata inserita dopo aver cagato su suo padre (assertiva fin da subito, lei). Una sollecita ostetrica ti comunica che:

1. Noi pratichiamo il rooming-in 24/24

2. Quando piange la attacchi al seno. Lei si consola e favorisce pure la montata lattea

3. Buona giornata

Tu, rincoglionita dal parto, dalla notte insonne e per giunta pure primipara annuisci inconscia.

L’Uomo, primiparo pure lui, annuisce festante guardando il robino (in realtà un bel quattro chili poc’anzi fuoriuscito)

In camera ti attende la tua compagna di stanza. Che alle 11 della sera prima ha prodotto un bel maschietto dotato di ottime capacità polmonari e vocali (che mica son rimasta insonne solo per le contrazioni, eh). Il maschietto da questo momento prenderà il nome de il gemello.

Perchè se il rooming in ha in effetti una sua logica, occorrerebbe considerare anche le condizioni ambientali in cui viene praticato.

L’idea di fondo è stabilire da subito un contatto madre/figlio. Cosa lodevole. E far presente ai neo-genitori che in effetti quella paffuta creatura non è un cicciobello pulito, lindo, profumato, ma un esserino che piange, piscia, caga e ha fame (tutta roba che comunque la maggior parte della gente apprende con una certa rapidità pure a casa propria)

Le condizioni ambientali sono impervie. Quando un gemello tace piange l’altro. Io e l’altra puerpera siamo sull’orlo del crollo nervoso. La nana vive attaccata al capezzolo, non a scopo nutritivo ma al fin di farla tacere. Ah, già, perchè, dimenticavo, il ciuccio è verboten. Assolutamente. Senza se e senza ma. Manca solo che perquisiscano le nonne all’ingresso.

La nana perde vistosamente peso, e io avanzo il sospetto che forse sta cazzo di montata lattea non sia arrivata e mai arriverà. L’ostetrica mi gratifica del sereno sguardo madredemmerda di cui le sono ancor oggi grata. Fuck. Mia madre, che non fa l’ostetrica, ma è dotata di discreto spirito pratico, taglia corta. Non verrà (la montata). Non l’ha avuta tua nonna, non l’ho avuta io, non verrà a te (a dispetto di una quinta abbondante, ma si sa l’apparenza inganna). Si scoprirà che, sia esso culo o competenza aveva assolutamente ragione.

Nel frattempo, vivaddio, ci dimettono. Esattamente 36 ore dopo il parto. E con mio enorme sollievo. Perdiamo di vista il gemello. E i pianti si dimezzano. Almeno si lagna per conto proprio e non per empatia. Alle dimissioni, il calo ponderale è vistoso, ma il latte formulato è verboten assolutamente. Non sia mai.

Dopo due giorni, il calo ponderale incrementa. La nana, per dire, smette di cagare. Piscia ma non caga, perchè, povera, trattiene tutto quel poco che ingolla.

Andiamo al controllo. L’ostetrica nazi, pensando che io sia una rincoglionita totale, mi sequestra nell’antro oscuro e mi fa allattare davanti a lei, controllando che la allatti correttamente (no, perchè, sapevatelo, son cogliona). Mentre svolgo l’operazione, con suo grande fastidio correttamente, la informo che se non allattassi correttamente a quest’ora avrei ragadi più grandi del capezzolo, visto che ho passato gli ultimi cinque giorni con le tette in mano. Ci dimettono intimandomi di darle latte formulato ma non più di 30 gr. e il resto tetta, in attesa di una montata che ormai è evidentemente (ma non per lei) smontata.

Lo sguardo, manco a dirlo è sempre quello madredemmerda che non vuoi allattare per andarti a fare l’ape con le amiche. Io, nel frattempo, mi son ripresa dalle fatiche del parto, e ricambio lo sguardo madremmerda con il mio miglior sguardo mavaffanculo, e il giorno dopo mi reco dalla pediatra di base sempresialodata con cui mettiamo in piedi un allattamento misto che non mandi in neuro me e non faccia morir di fame la nana, che funzionerà egregiamente sino allo svezzamento.

A quel punto, prendo atto che, in effetti, il mantra della sanità pubblica è farci sentire madridemmerda. Se questo poi abbia una qualche influenza nell’incrementare le depressioni post-partum (in chi è predisposto, ovvio) non lo so, ma è lecito sospettarlo.

Passan due mesi, di relativa calma, e arriviamo alle vaccinazioni. Esavalente, meningococco, e quel che c’era. Concordo con la pediatra e ci aggiungono una robina che si chiama rotavirus ed è in realtà consigliato solo per chi va al nido, per gli altri facoltativo. La pediatra sostiene che una gastroenterite sotto l’anno da rotavirus implica una ospedalizzazione certa, e siccome ho parecchi amici che hanno dato in tal senso. Aderisco senza discutere.

Chiedo però al serivizio vaccinazioni di separare alcune somministrazioni, che mi pare un bombardamento eccessivo per un poppante.

Nuovo sguardo madredemmerda. Ma ormai sono avvezza e me ne fotto. Insisto. ‘Guardi che sono cose vitali’ ‘Sì che pospongo di 15 giorni’ ‘Le dico che son cose vitali’ Sì, lo so. Infatti non gliele faccio fare quando andrà all’università ma a distanza di quindici giorni l’una dall’altra, cazzo. Altro sguardo madredemmerda. Non mi smuovo e ottengo quanto desiderato. Credo di aver apposto più firme io di Michael Jackson sugli autografi, comunque.

Arriviamo all’anno e alla MPR. Morbillo, parotite, rosolia. Io ho fatto le prime due, la terza, con la sfiga che mi distingue, nisba. Le prime due le ho fatte senza troppi intoppi, cioè stando discretamente male, ma senza complicanze. La terza è sempre stata considerata una malattia minore (lo so, Economa, che non sei d’accordo). In più ai cagacazzo della medicina ufficiale s’aggiungono le cassandre della medicina non ufficiale che assillano con l’autismo. Che uno gli vien da dire minchia che ansia.

In generale, tentenno. Le abbiamo fatte tutti ste cazzo di malattie, e insomma siamo ancora qua. Però è anche vero che le complicanze soprattutto del morbillo non son poca cosa. Insomma son lì che m’arrovello e intanto si fa strada dentro di me una certezza: ovunque mi giri qualcuno ha lo sguardo madredemmerda.

Alla fine decido di pancia, e, sebbene non convinta e un po’ ansiosa, si vaccina. Tranne la varicella, che financo la pediatra ammette non essere il caso.

E qui, il paradosso. Mentre vaccino la nana, chiedo se posso vaccinarmi anch’io per la rosolia. Convinta d’averla fatta, ho scoperto in gravidanza che no, probabilmente s’abbagliarono con una quarta, quinta, sesta malattia.

Penso che, insomma, alla roulette della vita m’ha già detto bene una volta, ci fosse mai una seconda potrebbe anche non andare così.

Mi informo e mi dicono: ‘eh, ma no, non possiamo, è in età fertile’ Questa volta lo sguardo madredemmerda viene sostituito dallo sguardo vachetestadiminchia. Lì, deraglio. Lo so pure io che sono in età fertile, grandissima testa di cazzo. Altrimenti perchè cazzo mi vaccinerei contro la rosolia. Per proteggere la mia menopausa? E’ ovvio che prenderò le dovute precauzioni. La tizia si ammorbidisce. ‘Allora le faccio anche a lei l’MPR. Pagando s’intende’ ‘Ma io la M e la P me le sarei già fatte di mio, non è che c’ha solo la R?’ ‘No le faccio tutto’. Prendo tempo e mi consulto con medicodibase che a questo punto s’è rotto i coglioni pure lui. Acquisto la sola R in Svizzera. Me la faccio mandare (pagandola meno che in Italy, ça va sans dire) e lui me la inocula. Faccio i test anticorpali, sono immunizzata. Nei confronti della malattia e della marea di teste di cazzo che ci circondano.

Inclusi, non ultimi i plurimi pediatri omeopati, naturalisti, minchionisti, quelli che curano tutto con le erbe, l’alimentazione e madre natura. Quelli che l’antibiotico sia mai.

Quelli che son bravissimi anche loro a farti sentire madredemmerda.

Quelli che, riassumo di seguito:

– Han fatto diventare P. sordo dall’orecchio destro, che curare un’otite con l’antibiotico, sia mai. E poi si perfora il timpano, ma, signora mia, si sarebbe perforato uguale era predisposto. Ah, beh, allora.

– Quelli che han fatto finire B. intubata a quattro mesi, che i vaccini sono il male assoluto. E il DTP (difterite, tetano, pertosse) non si deve fare. Peccato che lei la pertosse l’ha presa sul serio, e quella è una malattia di merda anche da grandi (lo dico per esperienza diretta) ma da poppanti è una cianosi ed un’asfissia continua.

E l’elenco potrebbe continuare.

Comunque, come direbbe l’Uomo (che sta storia l’ho raccontata in io, perchè in noi non mi veniva, ma s’è smazzato lui pure ogni singola faccenda), l’importante è che tu ti alzi e ogni mattina ti ripeti come un mantra ‘madredemmerda’ ‘padredemmerda’. Così non la sbagli

54 pensieri su “Diranno non ti agitare che non serve a niente

  1. Ahahah sì al primo sei madredemmerda ma ti assicuro che quando é stato ora della nascita di Fr@ sono entrata in quell’ospedale agguerrita che manco i caschi blu.
    Esperienza…ti fregano una volta, alla seconda no

  2. ahahah a me la suorina di notissimo ospedale romano cattolico apostolico tre sole ore dopo il cesareo d’urgenza ,mi ha detto signora la bambina va cambiata si alzi e io ero attaccata al muro con la flebo il catetere e il tubo della morfina. Sarò una madredemmerda ma pure lei come infermiera…

  3. Io latte a rivoli, ma bambino sfavatissimo che come lo attaccavo scoppiava a piangere e si girava dall’altra parte. Pediatra ospedaliero con evidente propensione all’empatia: “Signora, un rifiuto del genere del seno materno in tanti anni non l’ho mai visto”. Dimessa, vado al controllo dalla pediatra della mutua: “Signora, per allattare bisogna stare tranquilli. Se lei tranquilla non è, al papero diamo il latte in polvere, che son venuti su tutti benissimo lo stesso, eh? Smetta di piangere però…”.

  4. Ahahahah mi hai fatto ammazzare dalle risate!!! A me per fortuna col primo figlio è andato tutto liscio, e devo dire che ho trovato molta umanità e disponibilità: tipo che dopo la notte di travaglio han fatto una deroga al rooming in e l’hanno fatto cominciare dopo che mi ero un po’ ripresa; con il secondo parto avrei ucciso l’ostetrica ma lasciamoperdere, non c’erano stanze in ostetricia e col fatto che non ero più di primo pelo mi hanno abbandonata a me stessa, ma me la sono cavata anche perché non ci sono stati intoppi di sorta. Anche per i vaccini molto fortunata, anzi: personale simpatico che si ricordava di noi da una volta all’altra.
    Non so come sarebbero andate le cose nel caso di qualche problema sorto sulla mia strada, ma ho la sensazione che l’avrebbero saputo gestire. Certo di facce mammadimmerda è pieno il mondo, e di medici di merda pure. Così come di insegnanti di merda. Eccetera. Che quando ne trovi una bravo ti pare troppa grazia. Mondodimmerda.

  5. io sono stronza dalla nascita e avevo deciso da sola che non avrei allattato. Non mi sento e non mi sentivo in colpa. Mia madre ha patito le pene dell’inferno con me e mia sorella esattamente come racconti tu perchè non aveva latte e la facevano sentire una pazza scriteriata: morale, io sono cresciuta con il latte della mucca Nerina di mio nonno (figurati…) sto benone enon ho problemi di sorta e mia sorella, essendo passati molti anni col latte in polvere e sta bene pure lei. Sono attaccatissima a mia madre con buona pace della tetta.
    Per colmo di sventura, o apposta, pur essendo avvertiti si sono dimenticati di darmi la pastiglietta per mandare indietro il latte ma il destino è il destino, il latte non è venuto lo stesso, la figliola nata anch’essa di circa quattro chili ha proseguito alla grande la sua crescita col latte sostitutivo (che io la Nerina non l’avevo)
    Non le ho fatto fare il secondo richiamo MPR e per non farlo ho dovuto dire in cinese che si entrambi i genitori si assumevano quella responsabilità… e poi si è scatenato un casino, o credo , con un vaccino che la figliola maggiorenne ha voluto fare di suo, pensa.

    • L’han fatto apposta, credi a me. Io degli scassamaroni così organizzati, mai nella vita ne ho visti. Ovviamente latte artificiale anch’io. Come già aveva fatto mia madre con me (e sempre stata benissimo, eh, io). Poi, senti, vado in OT, ti ho mandato una mail sulla mail del blog.

  6. Dipende dall’ospedale, da chi ti trovi davanti, e anche un po’ dalla tua storia. Se accumuli il numero giusto di punti, diventano gentili tutti, posso assicurare. Di allattamento non dico nulla, perché invece io volevo allattare e ho allattato, anche senza rooming-in – ché in terapia intensiva neonatale non te lo fanno fare – , senza montata lattea, alternando con latte artificiale per anni. Altrimenti è sicuro che esce fuori qualcuno che ti dice che se allatti troppo (troppo?) ti vengono i figli deficienti, o roba del genere. Non c’è scampo: questo è argomento su cui chiunque ha qualcosa da (ri)dire.
    Però io madredimmerda mi ci sento molto più ora che allora, in realtà.

    • In realtà, ho allattato anch’io, nel senso che la famosa aggiunta gliel’ho data fino all’anno. Ma era più che altro un gesto di affetto tra noi, vissuto senza stress nutrizionale da parte mia. E naturalmente anche lì madredimm… perchè è grande, deve smettere di ciucciare… Hai ragione non c’è scampo. E non credo che il rooming in sia una cosa intelligente, tra parenti in visita, gente che ti smanatta il pupo (si smanattassero loro) un casino d’inferno. Anche in situazioni normali non mi par geniale. Poi ovviamente, chiaro che ci son situazioni ben più complesse di così

  7. Io venivo da anni di PMA, avevo un’ansia addosso per sta figlia arrivata in modo difficile con una gravidanza che definirla difficile sarebbe un eufemismo, rooming-in anche per me con cesareo e stesso bordello per l’allattamento, che un po’ ci tenevo, che già non avevo concepito naturalmente, non avevo partorito naturalmente, almeno l’allatamento dai… Misto fino ai 6 mesi. Con la seconda tutto più liscio perchè ho sfanculato tutto e tutti e ascoltato me, in ospedale non c’era manco il marito a darmi una mano e devo la vita ad una signora congolese incinta al 5 mese, quindi senza il suo, che ha fatto da balia a mia figlia per 3 giorni, notti comprese. Perchè il secondo cesareo ravvicinato, fa male! Santissima donna. Per i vaccini io sono molto favorevole, quindi fatti sempre, anche i facoltativi , con le chiappe molto strette però. Per un problema lavorativo volevo fare anche la varicella, invece, dopo una lunga battaglia e 2 diconsi 2 giorni prima del vaccino l’ha presa la grande e dopo 21 giorni di incubazione la piccola, che è stata malissimo con 3 giorni di febbre a 41 e più volte il pensiero del 118, per non parlare delle papule ovunque. Ovviamente un disastro organizzativo senza precedenti. Quando la prese il grande la prese anche il padre e per poco non passò a miglior vita. E madredimerda continuano a farmici sentire ogni giorno, ma hai ragione, all’inizio è terribile il giudizio continuo su TUTTO.

      • Il secondo contagio in famiglia della varicella può dare la malattia in forma grave. La prima cucciola ha avuto una roba durata una settimana scarsa (poi è tornata a scuola) e stava tutto sommato bene, salvo un po’ di prurito. Ah, il talco mentolato non si può usare che sei una madredimerda (però è l’unico rimedio con cui dormivano) quindi madredimerda fui!

      • Scusa perchè no talco mentolato. mia madre con me ne utilizzo dei tir. Aspetta, che se mi offri una carta la faccio sentire madremm…. pure a lei (improbabile, peraltro, che mia madre sia colpevolizzabile da alcunché)

      • Perchè (e ci scriverò un post su questa cosa) le teorie mediche cambiano, quindi quando sono nate le mie figlie il talco era bandito, tutto, perchè pericoloso se inalato … e non dico altro.

  8. Urca, che non ti conoscevo, Pello’. Verdad? Comunque in 5 anni e mezzo mai preso una gastroenterite la nana. E io che mi beavo di aver fatto gran cosa. Anche l’ultima certezza mi frani. Meningo a,ch’io, e anche polio, tetano, difterite. Ma sull’MPR sto valutando sinceramente di non fare il richiamo.

  9. Ma pensa, a me è andato tutto al contrario che a te, rooming-in neppure a parlarne, aggiunta di latte artificiale fin da subito e, di conseguenza, montata lattea dopo sette giorni, diconsi sette, dal parto. Vaccini fatti tutti, meno la varicella, che ovviamente prendemmo tutti quando lui era già grandino. Lo sguardo madredemmerda lo conosco bene, tant’è vero che una bella depressione post parto non me la sono fatta mancare. 😦

  10. Primo figlio: faccia schifata dell’ostetrica: “i figli si fanno da giovani” (e avevo SOLO 30 anni). Bimbo in camera: senza madre/suocera/cognata ci sarebbe stato da ridere. Avevo le braccia devastate dalle flebo e una quantità indefinita di punti. Sull’allattamento nessun problema: si è attaccato subito …e latte a volontà
    Seconda figlia: 24 ore di travaglio perché il mio medico sosteneva che la natura dovesse fare da sé. Stremata, sono stata felice che ci fosse la nursery, stavolta. Fissata con l’allattamento mi trascinavo ogni 3 ore al nido per impedire che le sue dolci labbra conoscessero l’ebbrezza (e la comodità) del biberon. Ma anche qui latte a volontà
    Terzo figlio (e qui ero vecchia davvero, ma con tanta esperienza); arrivo di notte con le mie belle doglie e la ginecologa sostiene che ci vuole ancora e me ne posso tornare a casa. Mi permetto di insistere, facendo notare la presenza di segnali inequivocabili. Mio figlio nasce dopo 3 ore. Morto di fame resta attaccato al mio seno per 10 mesi, anche se stavolta il latte è poco. Mi tormento col senso di colpa fin quando capitolo al biberon. E allora rinasco.
    Ma quello sguardo…lo ricordo bene

    • A me aveva poco da schifare. A trentaquattro era la primipara più giovane del reparto e la partoriente più giovane in assoluto. Se ne facessero una ragione. Quello sguardo comunque non lo dimentica nessuna

  11. Senti, io sono la persona più OT rispetto a tutto il contenuto del post ma ho ridacchiato anche io, e forse l’ho scampata bella (soprattutto quella dell’abbondanza che poi non fa “sostanza… ;)… )

    • Per l’abbondanza che non fa sostanza c’è sempre la farmacia, e il super (che costa meno, eh) E ridi, che adesso ci rido anch’io (ma quel giorno l’ostetrica non l’ho presa a pedate solo perchè non ero ancora tornata del tutto in me, fosse adesso la ribalto)

  12. Io ho già detto, non ridirò. So solo che quando una mia amica ha partorito ho cercato, proprio evitare la sindrome madredemmerda, di fare la parte dell’amica cazzona, quella che ti dice che come fai, stai facendo alla grande e poi arriva a casa all’improvviso con in regali per te e non solo per l’infante. Non è molto, ma io spero che un po’ faccia.

    • ecco ‘povna. Questo è un atteggiamento produttivo. Fatemi ridere. ho solo partorito, e non è che con la placenta ho espulso il cervello. La parte più mortifera dei primi mesi è che tutti si sentono in dovere di aprlarti di ciucci, pannolini, tettarelle, cacche dure, cacche molli, cacche così così. C’è a chi piace e chi, al di là dell’amore per la creatura, continua a sentirsi una persona, con interessi, idee, ambizioni.

  13. Io su questo argomento, in prima persona, posso solamente dire: sono pronta per la panchina. Per il resto ho solo esperienze di seconda mano e taccio. Sulla rosolia: fu l’unica volta nella mia gloriosa carriera in cui un medico affermò “Una roba così non l’ho mai vista nemmeno sui libri”. Batte persino “Lei è il primo caso che vedo da vivo” ” Dal vivo, vorrà dire” “No, no, da vivo. Mi era capitato solamente assistendo alle autopsie”

    • T’aspettiamo economa. Sulla panchina c’è posto. Mi raccomando, buona mira sui piccioni, porta magari del miglio, così li inganniamo meglio (bastarda dentro, io, oltre che madremm…) certo che comunque anche tu a medici simpatia stai concia, eh

  14. uh. arrivo ora e dopo questi trentotto commenti ho come l’impressione che tu abbia scoperchiato un vaso di pandora, soprattutto dal punto di vista femminile.
    da parte maschile (stavolta non parlo di vaccini, giurogiurogiuro), posso dire che non sia da meno, anche laddove si è molto fortunati (come è stato nel nostro caso). tipo, un giorno o l’altro racconterò di come al nido ti considerano un cerebroleso non in grado di tenere in mano un bimbo per fare un bagnetto, di come danno per scontato che tricche-tracche-antibiotico-vitaminak-cazzi-e-mazzi in trenta secondi senza possibilità di appello. non puoi opporti, se lo fai sei un disadattato. così è, se vi pare.

    • L’Uomo è una delle persone più miti al mondo, giuro. D’altronde come rompicoglioni basto e avanzo io. L’ho visto incazzato solo al nido dell’ospedale, quando rifiutavano alla nana un po’ di soluzione glucosata per farla smettere di sbraitare per la fame. Prima s’è incazzato, poi è passato alla resistenza passiva. E’ venuto nel suo, va detto.

  15. Io invece porto una parola di conforto e di speranza: sei solo all’inizio.
    I genitori sono il male assoluto. Qualsiasi danno o malanno è da imputare ai genitori. Tutto quello che fanno i genitori è sbagliato. Tutto quello che fanno i genitori finirà inevitabilmente per risolversi in un disastro epocale. Perché i genitori fanno i figli senza volerli, poi senza pensare che devono badarli, li trascurano e li opprimono, li asfissiano e li abbandonano, li tormentano con una crudele disciplina e gliele danno tutte vinte, li condizionano e castrano con le loro idee e si rifiutano di dargli direttive morali, sociali, culturali e bocciofile, sono troppo amici dei loro figli e troppo autoritari e pure troppo distanti da loro, sono egoisti e troppo pronti ad annullarsi nella prole, gli danno troppo e troppo poco, sono anaffettivi e invadenti, delegano troppo alla scuola e non danno importanza alla scuola, li nutrono troppo e troppo poco, insomma sono un tale disastro, sempre e comunque e su tutta la linea, che proprio non mi spiego come abbiamo fatto a passare abbondantemente i sette miliardi e tanto meno come abbiano fatto, i genitori in questione, a sopravvivere all’evidente e totale disastro che anche i loro genitori sono stati.
    In compenso tutti sanno essere eccellenti genitori dei figli degli altri, soprattutto quelli che hanno avuto dei figli e quelli che non ne hanno 🙂

    • La miglior sintesi della storia. Ci scusassero di esistere. E di essere esistiti. E di aver spedito nel mondo gente che prima o poi, ci scampi il mondo, sarà gentore a sua volta. ah, e grazie. Sei confortante. Proprio 😉

  16. e poi mi dicono “hai già 44 anni, ti scatterà l’orologio biologico…”, dopo avere letto ‘ste quattro esperienze (demmerda) mi sa che a casa mia non suonerà nemmeno più la sveglia per l’ufficio!!!! 😀

    • Guarda è un’utilissima esperienza di vita. Se non vai in depressione nei primi sei mesi di vita dell’infante sei vaccinata a vita. Se poi, come me, ricominci a lavorare a soli tre mesi dal parto, e allo sguardo madremm… Si somma quello madredegenere, matrignadebiancaneve, allora sei vaccinato a parecchio, in effetti

    • Armarsi di Santa pazienza. Prima, quando ti trattano come una malata terminale (memorabile un mio, ‘non preoccupatevi, sono solo incinta, nove mesi e passa)’ durante, mentre cerchi di partorire e tutti ti fanno racconti dell’orrore, visceri squartate, punti in ogni dove, un romanzo splatter mica un parto. E poi. Quando qualunque pirlide si sente in dovere di dare un consiglio, anche se ha avuto un figlio trent’anni prima, ha cresciuto con amore un gatto e due criceti, ha quattro nipoti che vede ogni dieci anni. Chiunque crede di avere un master in puericultura. Sorella o cognata che sia, futura zia, dille di armarsi di robuste dosi di Santa pazienza

  17. ah, capiti a fagiolo, che torno giusto dal corso preparto con annesso tutorial su allattamento (un filmino di mezzora in cui, giuro, ho visto più tette che in tutta la mia vita finora). La cosa più rassicurante che ho sentito è che tutte le visite sono vietate in ospedale, solo il padre può accedere alla stanza, gli altri se vuoi li incontri nella cafeteria se no li vedi al ritorno a casa (cosa molto consigliata). Il pressing pro-allattamento è forte, ma anche il supporto offerto (vario personale specializzato preposto). E al corso hanno istruito i padri a rispondere a tono, per conto delle compagne, a chiunque (madre, suocera, zia, passante) che dica le solite stupidaggini “ma sei sicura che hai latte? sei sicura che mangi?” etc. Ciò detto, un po’ madredemmerda ti ci fanno sentire lo stesso, se decidi di non volerlo fare a priori o se “ti arrendi troppo presto”.

    • Ed è solo il corso pre-parto. Oh, poi magari son nordici e lo fanno meglio. Comunque anche qui personale a mazzi e Lega del latte s’affannano a dar consigli. Il problema è che per lo più lo fanno col sereno sguardo madredemmerda, che non aiuta a sviluppare empatia nei loro confronti. Sul ‘sei sicura che hai latte’ a me madre, suocera, zia non si sono azzardate. Lo sapevo benissimo da me che non ce n’era abbastanza. visto che la pora creatura gridava come un’ossessa e perdeva peso che manco da Messegué. Ovviamente passata all’artificiale: mangiava, dormiva e cresceva di peso.

      • non lo so se lo fanno meglio, non avendo confronti e non sapendone nulla, Però i toni mi sembrano parecchio diversi e l’empatia è considerata molto importante, tanto che ti ripetono alla noia che se l’ostetrica o altra figura deputata ti sta sulle scatole la puoi cambiare con un’altra senza doverle spiegazioni. I concetti sono gli stessi ovunque nel mondo, ma forse i modi dipendono più da fattori culturali e qui le donne sono statisticamente meno abituate a buttar giù rospi, secondo me.

  18. Be’ meglio un servizio sanitario troppo presente che assente.
    Trovo anch’io che il rooming-in la prima notte sia sfiancante e convengo che certe promonitrici dell’allattamento al seno sia troppo prese dal fuoco sacro.
    ml

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