Grazie a tutti, davvero. Grazie a chi ha rebloggato, a chi ha commentato, a chi ha letto. A chi mi ha scritto in privato. Che io a queste cose non ci sono avvezza, e arrossisco di pudore.
Oltretutto, pensavo che di questa letterina importasse poco, a parte i miei usuali lettori.
Però. Però c’è un problema. Questa letterina faceva parte di un ciclo, che mica solo con la signora Camusso, me la posso prendere. Le colpe son del sindacato, ma anche di tutti gli altri.
Ecco il senso vuol essere quello. Tutti, nessuno escluso. Perchè se questo Paese si trova dove si trova, le responsabilità sono a tutti i livelli.
E faccio miei i commenti di molti, ma soprattutto, le parole della ‘povna, invitandovi a parlarne ‘in casa propria, sul lavoro, in treno, nei bar, nei circoli; insomma, nella vita vera’.
Non importa come la pensate, importa parlarne, muoversi, discuterne, fare società civile. Che non vuol dire essere d’accordo, vuol dire svegliarsi da questo torpore che fa soltanto il loro, di gioco.
La maggior parte dei sindacalisti gioca a fare il comunista duro e puro, ad ammucchiare tessere con lo spauracchio che “se il lavoro va male noi aiutiamo gratuitamente o con piccoli contributo chi ha la tessera” .
Sentire gente che si chiama “compagno/a” come ai tempi di don Camillo e Peppone fa venire i brividi perché il quel momento capisci perché il lavoro é fermo e litigano su cazzate.
Agrimonia, che ha la tessera sindacato dal 1990 per una questione di principio e non perché in linea con il pensiero del sindacalista di turno.
Hai detto delle grandi verità, agri. Concrete, soprattutto. L’ammucchiare tessere, uno degli sport prediletti di costoro.
Si Pellona, è anche il tuo mondo. ed è il mondo del dr. E di figliastra grande, e di figlio grande. E dovrà diventare il mondo del Pelloni, del dedde, della nana. E se va avanti così gli lasceremo solo macerie. e nessuno strumento con cui ricostruire. E non va bene. Non va bene proprio per niente.
E lì, a prescindere dall’incazzo, mi farei da parte io, ecco, più che altro per non saper che dire. Intendo perfettamente. 😉